La conferenza di Ferrara dal titolo "Un paese senza stato" ha richiamato la pubblica opinione su un tema vergognosamente ignorato. Le violenze terribili che dilaniano il Congo oggi derivano in gran parte da responsabilità precise dei paesi occidentali.
Congo, terre di sperimentazione
Abbiamo trovato in rete il video di questo spettacolo di divulgazione scientifica che ci riporta a una ulteriore vergogna dell'occidente: la sperimentazione del vaccino della polio in Congo, Ruanda e Burundi negli anni '50.
La conferenza su Telestense
Riportiamo il link del servizio realizzato dall'emittente Telestense sulla conferenza"Republica Democratica del Congo, un paese senza Stato" tenutasi lo scorso 6 dicembre a Ferrara.
Ringraziamo l'emittente per il bel servizio e per l'opera di informazione su un martoriato paese che paga un conto sociale altissimo nelle lotte per il controllo e l'accaparramento di ricchezze enormi.
Ricchezze che vanno a vantaggio di pochi e sopratutto dell'occidente, con la vegongnosa collusione del Ruanda.
Clicca qui per visualizzare
Ringraziamo l'emittente per il bel servizio e per l'opera di informazione su un martoriato paese che paga un conto sociale altissimo nelle lotte per il controllo e l'accaparramento di ricchezze enormi.
Ricchezze che vanno a vantaggio di pochi e sopratutto dell'occidente, con la vegongnosa collusione del Ruanda.
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Focus su Congo
Mentre in Congo divampa nuovamente la guerra fra le fazioni, le "Case degli Angeli" portano avanti l'impegno di denunciare gli abusi che in quel paese martoriato si stanno consumando.
Giovedì 6 dicembre infatti, dalle ore 15 alle 18 presso Palazzo Bonacossi a Ferrara in via Cisterna del Follo 5, si terrà il convegno "Repubblica Democratica di Congo, un paese senza stato. Dal genocidio ignorato al saccheggio delle risorse in atto" organizzato da Nedda Alberghini Po in collaborazione con il Comune di Ferrara e l'Università.
Interverranno operatori umanitari che quella realtà la vivono giorno dopo giorno, affrontando pericoli e condizioni di vita durissime.
Introduce e coordina gli interventi Nedda Alberghini Po.
Giovedì 6 dicembre infatti, dalle ore 15 alle 18 presso Palazzo Bonacossi a Ferrara in via Cisterna del Follo 5, si terrà il convegno "Repubblica Democratica di Congo, un paese senza stato. Dal genocidio ignorato al saccheggio delle risorse in atto" organizzato da Nedda Alberghini Po in collaborazione con il Comune di Ferrara e l'Università.
Interverranno operatori umanitari che quella realtà la vivono giorno dopo giorno, affrontando pericoli e condizioni di vita durissime.
Introduce e coordina gli interventi Nedda Alberghini Po.
I Commedianti ad Argelato
I Commedianti della Pieve, come da ormai diversi anni, sostengono le CdaD con i loro spettacoli.
Il 7 dicembre alle ore 21 saranno in scena al teatro di Argelato con la commedia "Rosa Maria di Maggio cartomante", divertente commedia brillante in tre atti scritta e diretta da Nedda Alberghini Po.
Il 7 dicembre alle ore 21 saranno in scena al teatro di Argelato con la commedia "Rosa Maria di Maggio cartomante", divertente commedia brillante in tre atti scritta e diretta da Nedda Alberghini Po.
Viaggio in Israele
Sono partiti senza pensarci. Nedda e Fortunato sono andati in Israele per un viaggio culturale e di incontri.
Sono rientrati appena in tempo prima dello scoppio della guerra che in questi giorni è diventata drammatica.
Le notizie che ci danno i telegiornali colpiscono per l'asimmetria di coloro che perdono la vita: da parte israeliana le vittime sono di numero sempre preponderatamente inferiore alle vittime palestinesi.
Da questa parte si calcolano in centinaia fra i quali molti bambini.
L'opinione internazionale sta a guardare e non condanna gli attacchi israeliani contro gli inermi abitanti della striscia di Gaza, preferisce prendere tempo e far parlare le diplomazie.
Il conflitto arabo-israeliano è la madre di tutti i terrorismi. La contrapposizione che si perde agli inizi del 900 fra ebrei e arabi ha fatto di Israele oggi un paese chiuso con una democrazia monca.
Esistono israeliani di categoria A e di categoria B. Le istituzioni favoriscono gli ebrei-israeliani e pongono dei paletti agli arabi-israeliani. Due pesi due misure nelle quali è concentrata quella visione di popolo eletto che ormai troppe tragedie ha causato.
Sono rientrati appena in tempo prima dello scoppio della guerra che in questi giorni è diventata drammatica.
Le notizie che ci danno i telegiornali colpiscono per l'asimmetria di coloro che perdono la vita: da parte israeliana le vittime sono di numero sempre preponderatamente inferiore alle vittime palestinesi.
Da questa parte si calcolano in centinaia fra i quali molti bambini.
L'opinione internazionale sta a guardare e non condanna gli attacchi israeliani contro gli inermi abitanti della striscia di Gaza, preferisce prendere tempo e far parlare le diplomazie.
Il conflitto arabo-israeliano è la madre di tutti i terrorismi. La contrapposizione che si perde agli inizi del 900 fra ebrei e arabi ha fatto di Israele oggi un paese chiuso con una democrazia monca.
Esistono israeliani di categoria A e di categoria B. Le istituzioni favoriscono gli ebrei-israeliani e pongono dei paletti agli arabi-israeliani. Due pesi due misure nelle quali è concentrata quella visione di popolo eletto che ormai troppe tragedie ha causato.
Nedda Alberghini a Pietrasanta
Le amiche di "Cooperativa Insieme" a TerraMadre
Si è appena chiuso il salone di TerraMadre a Torino e ci giunge voce che le amiche della "Cooperativa Insieme" di Bratunac, Bosnia Erzegovina, hanno partecipato con il loro grande progetto di ricostruzione nei territori dilaniati dalla guerra nella ex Jugoslavia.
La cooperativa da noi visitata nel 2010, in occasione di un viaggio istituzionale per l'inaugurazione della "casa degli angeli" donata alle donne di Tuzla, ci ha fatto conoscere il progetto "lamponi di pace", progetto che oltre a dare una base economica in un territorio devastato, mira a riappacificare gli animi nel rispetto della reciproca convivenza.
La presidente della cooperativa, Rada Zarkovic era presente e porterà avanti la collaborazione con l'Associazione Cooperazione e Solidarietà per dare sbocchi commerciali ai prodotti della cooperativa.
Gli accordi attualmete prevedono la commercializzazione di lamponi surgelati, marmellate e succhi nella Coop Nord-Est.
Vedi l'articolo di Mario Boccia.
La cooperativa da noi visitata nel 2010, in occasione di un viaggio istituzionale per l'inaugurazione della "casa degli angeli" donata alle donne di Tuzla, ci ha fatto conoscere il progetto "lamponi di pace", progetto che oltre a dare una base economica in un territorio devastato, mira a riappacificare gli animi nel rispetto della reciproca convivenza.
La presidente della cooperativa, Rada Zarkovic era presente e porterà avanti la collaborazione con l'Associazione Cooperazione e Solidarietà per dare sbocchi commerciali ai prodotti della cooperativa.
Gli accordi attualmete prevedono la commercializzazione di lamponi surgelati, marmellate e succhi nella Coop Nord-Est.
Vedi l'articolo di Mario Boccia.
Chiusura delle iniziative di Segnali di Pace 2012
Beatrice Marie Umutesi ha concluso il ciclo di conferenze organizzate da "Le Case degli Angeli di Daniele" a Cento .
La sua testimonianza ha lasciato un segno profondo, la sofferenza della popolazione ruandese e congolese è un fallimento della politica di pace dell'occidente.
Un ringraziamento va a Emma Bonino che a metà degli anni 90 ricopriva la carica di Commissario Europeo per i Rifugiati e che ha inviato un videomessaggio. Proprio in quegli anni si è adoperta moltissimo per cercare di sensibilizzare la comunità europea di fronte alla tragedia dei rifugiati in fuga dal Ruanda.
La conclusione più significativa è stata espressa alla Umutesi da una ragazza intervenuta a Cento, che sensibile al dramma vissuto, con un sentito "Mi dispiace".
La sua testimonianza ha lasciato un segno profondo, la sofferenza della popolazione ruandese e congolese è un fallimento della politica di pace dell'occidente.
Un ringraziamento va a Emma Bonino che a metà degli anni 90 ricopriva la carica di Commissario Europeo per i Rifugiati e che ha inviato un videomessaggio. Proprio in quegli anni si è adoperta moltissimo per cercare di sensibilizzare la comunità europea di fronte alla tragedia dei rifugiati in fuga dal Ruanda.
La conclusione più significativa è stata espressa alla Umutesi da una ragazza intervenuta a Cento, che sensibile al dramma vissuto, con un sentito "Mi dispiace".
Iniziativa di Amnesty a San Giovanni in Persiceto
Si parlerà di Nigeria e del martoriato delta del fiume Niger. Ricchissimo di petrolio, ma questa ricchezza è ad esclusivo appannaggio di pochi e le spese maggiori sono a carico della popolazione locale sempre più inquinata e più povera.
L'iniziativa rientra in Segnali di Pace 2012 e con un "gioco di ruolo" introdotto da una mostra fotografica e un video, si cercherà di far comprendere meglio una realtà come il Delta del Niger dove vivono 31 milioni di persone.
Appuntamento a Domenica 28 ottobre alle ore 16 presso la biblioteca di San Giovanni in Persiceto.
L'iniziativa rientra in Segnali di Pace 2012 e con un "gioco di ruolo" introdotto da una mostra fotografica e un video, si cercherà di far comprendere meglio una realtà come il Delta del Niger dove vivono 31 milioni di persone.
Appuntamento a Domenica 28 ottobre alle ore 16 presso la biblioteca di San Giovanni in Persiceto.
Beatrice Marie Umutesi a Cento
Il 20 ottobre, Beatrice Marie Umutesi incontrerà la comunità di Cento.
La conferenza si terrà alle ore 20,45 presso il cinema teatro "Don Zucchini" in via Guercino 19.
La conferenza si terrà alle ore 20,45 presso il cinema teatro "Don Zucchini" in via Guercino 19.
Richiesta di solidarietà da Patricia Troncoso
Riceviamo un preoccupato appello dalla nostra premiata 2011 Patricia Troncoso al rispetto e al sostegno degli attivisti in sciopero della fame che stanno protestando per non essere cacciati dalle loro terre ancestrali.
I prigionieri politici in sciopero della fame sono tutti giovanissimi e da 45 giorni sono in osservazione presso l'ospedale di Conception. Sono: Paulino Levipan Coyan, 24 anni, Daniel Levinao Montoya, 19 anni, Erik Montoya Montoya, 20 anni,Rodrigo Montoya Merinao, 19 anni.
I prigionieri politici in sciopero della fame sono tutti giovanissimi e da 45 giorni sono in osservazione presso l'ospedale di Conception. Sono: Paulino Levipan Coyan, 24 anni, Daniel Levinao Montoya, 19 anni, Erik Montoya Montoya, 20 anni,Rodrigo Montoya Merinao, 19 anni.
L'appello accorato si conclude con l'invito ai difensori dei diritti umani a non permettere che dopo 500 anni si continui con le stesse tecniche di genocidio dei conquistadores nelle Americhe. Le nostre azioni porteranno ad una società più giusta e solidale. Vi preghiamo di denunciare attraverso la parola scritta, le marce, i meeting e tutte quelle azioni che possano appoggiare i nostri fratelli in sciopero della fame per difendere il diritto del nostro popolo a vivere sul proprio territorio in libertà. Molte grazie. Patricia Troncoso Robles, La Chepa, ex prigioniera politica mapuche
Marie Beatrice Umutesi a Pieve di Cento
Iniziano a Pieve di Cento il ciclo di incontri del Premio Internazionale Daniele Po, Marie Beatrice Umutesi.
La conferenza si terrà lunedì 15 ottobre 2012 alle ore 20,45, presso la sala Dafni Carletti, Piazza Battistelli a Pieve di Cento.
La conferenza si terrà lunedì 15 ottobre 2012 alle ore 20,45, presso la sala Dafni Carletti, Piazza Battistelli a Pieve di Cento.
Premio Internazionale "Daniele Po" a Marie Beatrice Umutesi
Marie Beatrice Umutesi è una scrittrice ruandese che vive attualmente in Belgio. E' nata a Byumba nel 1959 ed ha lavorato nel campo dello sviluppo rurale in qualità di sociologa. Nel 1994 è stata costretta a fuggire dal la zona di Kivu, dove allora lavorava. Nel 1996 quando i campi dei rifugiati ruandesi furono nuovamente attaccati, è stata costretta a fuggire. Fra massacri, stupri, fame e malattie, la sua testimonianza è una tragedia umana indicibile.
La sua autobiografia è raccontata nel libro Fuir ou mourir au Zaire. Le vécu d'une réfugiée Rwandaise pubblicato nel 2000 in francese e nel 2004 viene pubblicata la versione in inglese. Non è ancora stata tradotta in italiano.
Focus su Congo
Proponiamo un filmato sottotitolato in Italiano che spiega molto bene in quale profonda emergenza democratica e sociale il Congo sia coinvolto.
In questo filmato si denunciano pesantemente le politiche dei paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, che usano il "pulito" Ruanda per rapinare le ricchezze del grande paese africano.
Il mese di "Segnali di Pace"
Come ormai da diversi anni, "Le Case di Daniele" partecipa con diverse iniziative a "Segnali di pace", ciclo di conferenze divulgative sulla cultura della pace a cura della Provincia di Bologna.
Quest'anno sono quattro gli appuntamenti della Associazione che avranno come tema dominante la denuncia della grande crisi umanitaria della Repubblica Democratica del Congo.
Fra i vari appuntamenti, Sabato 13 Ottobre a Bologna presso la sala del consiglio del quartiere San Vitale si terrà l'incontro con John Mpaliza, congolese, che ad agosto ha intrapreso una marcia per la pace verso Bruxelles per catalizzare l'opinione pubblica sulla situazione politica ed economica del suo paese natale
Come ogni anno poi i verrà assegnato il Premio Daniele Po ad una donna coraggiosa. Quest'anno il premio andrà a Marie Beatrice Umutesi, ruandese e testimone del controgenocidio che ha fatto 6 milioni di morti, in maggioranza Hutu, in fuga dal Ruanda di Paul Kagame attraverso il Congo.
Quest'anno sono quattro gli appuntamenti della Associazione che avranno come tema dominante la denuncia della grande crisi umanitaria della Repubblica Democratica del Congo.
Fra i vari appuntamenti, Sabato 13 Ottobre a Bologna presso la sala del consiglio del quartiere San Vitale si terrà l'incontro con John Mpaliza, congolese, che ad agosto ha intrapreso una marcia per la pace verso Bruxelles per catalizzare l'opinione pubblica sulla situazione politica ed economica del suo paese natale
Come ogni anno poi i verrà assegnato il Premio Daniele Po ad una donna coraggiosa. Quest'anno il premio andrà a Marie Beatrice Umutesi, ruandese e testimone del controgenocidio che ha fatto 6 milioni di morti, in maggioranza Hutu, in fuga dal Ruanda di Paul Kagame attraverso il Congo.
Chiapas senza pace
Proponiamo un articolo dal blog "Cambiailmondo" sulla situazione dello stato messicano del Chiapas.
Le forze governative non intendono agire contro qui gruppi paramilitari che stanno facendo pressoni ai caracol organizzati e sotto la tutela dell'EZLN.
Le organizzazioni facenti capo al subcomandante Marcos da ormai 20 anni lottano per la difesa dei diritti degli indios, contro quelle forze (forti gruppi di interesse) che vogliono cacciare e ridurre allo stato di indegenza gli indios.
Negli ultimi tempi la la repressione si è fatta più dura e come qui di seguito riportato, molte persone sono state costrerre a fuggire nella foresta. Fra queste sono sopratutto donne e bambini per paura di attacchi violenti.
La situazione in Chiapas si sta aggravando.
Leggi qui
Le forze governative non intendono agire contro qui gruppi paramilitari che stanno facendo pressoni ai caracol organizzati e sotto la tutela dell'EZLN.
Le organizzazioni facenti capo al subcomandante Marcos da ormai 20 anni lottano per la difesa dei diritti degli indios, contro quelle forze (forti gruppi di interesse) che vogliono cacciare e ridurre allo stato di indegenza gli indios.
Negli ultimi tempi la la repressione si è fatta più dura e come qui di seguito riportato, molte persone sono state costrerre a fuggire nella foresta. Fra queste sono sopratutto donne e bambini per paura di attacchi violenti.
La situazione in Chiapas si sta aggravando.
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Dal nostro amico Aldo Lo Curto
Riceviamo e pubblichiamo volentieri la lettera l'amico della nostra associazione Aldo Lo Curto, medico itinerante che per sei mesi l'anno è in giro per il mondo per portare la sua professionalità ai bisognosi, ci invia dall'Amazzonia.
A lui un grande grazie per l'opera umanitaria straordinaria che da tanti anni porta avanti.
«Q uesta volta la partenza dall´Italia in maggio e´stata sofferta a causa del terremoto che ha colpito la parte centrale del mio paese...tuttavia conoscevo il grande senso di solidarieta della nostra nazione, per cui ho seguito gli avvenimenti da lontano, con la conferma che si è creata una grande catena di soccorso che ha visto i medici in prima fila. Ho ricevuto un appello dall´ospedale di Rovereto, un ecografo portatile, ho girato l´appello ad alcuni amici e in pochi giorni ho trovato un collega di Milano che lo ha donato.
Arrivato in Brasile sono ritornato ad Altamira, sul fiume Xingu dove è in costruzione la terza diga più grande del mondo che causerà un impatto ambientale enorme (Progetto Belo Monte) con le conseguenze che si possono immaginare. Molti villaggi indios, piuttosto che trovarsi sommersi dal lago artificiale, si sono trasferiti in aree piu alte e distanti, quindi più difficili da raggiungere. Molti giovani hanno scelto di andare in città dove alcuni diventano dipendenti da alcol e droghe, altri assumono in modo esagerato zuccheri e grassi diventando in breve obesi, diabetici, ipertesi.
Nella parte più interna della foresta sono stati segnalati per la prima volta degli INDIOS ISOLADOS, cioè Indios che non hanno mai contattato l´uomo bianco. L´atteggiamento del governo è di non intervenire e di lasciarli in pace per non trasmettere loro malattie dell´uomo bianco (influenza, polmonite) che sarebbero micidiali.
A causa della inondazione andranno sott´acqua anche eventuali aree archeologiche: spesso mi è capitato di trovare in foresta asce di pietra levigata e cocci di ceramica lavorata, segno che in quell´area c´erano Indios. Ho conosciuto una equipe di archeologi brasiliani che cercano di scavare e recuperare ciò che è possibile.
Ho distribuito nei nuovi villaggi il mio libro a fumetti INDIO~MANUAL DE SAUDE, che mostra le piante medicinali più usate; è stato donato materiale medico (test rapido per diagnosi di malaria senza usare il microscopio, strumenti per piccola chirurgia, macchine aerosol) e costruita una piccola infermeria (ne servirebbero ancora quattro).
Poi mi sono spostato a Belem dove ho visitato comunita molto isolate di pescatori nell´Isola di Marajo, facendo visite ai malati a domicilio usando il cavallo o il bufalo dato che il terreno è così fangoso che nemmeno il cavallo riesce ad andare avanti.
Infine ho trascorso alcuni giorni nell´interno, visitando comunità isolate di discendenti di schiavi negri (quilombos), visitandoli e offrendo anche a loro materiale sportivo.
Per finire sono sceso a sud del Brasile, vicino a Rio per visitare alcuni villaggi di indios Guarani (vicino alle citta di Nitteroi e Paraty): in uno di questi villaggi indios, Rio Pequeno, è stato possibile donare una protesi di gamba ad un indio, Jorge Mendonca Martins, che due anni fa aveva avuto un grave incidente stradale e gli era stata amputata una gamba. Jorge era un grande scultore del legno e ora può produrre di nuovo come prima, anche se in realta, malgrado l'handicap, non si è mai fermato.
Ancora una volta ho percorso migliaia di chilometri affrontando i fiumi, la foresta e sopratutto l'animale più pericoloso: l'UOMO.
Usando una strumentazione essenziale (stetoscopio e apparecchio della pressione), ho cercato di contribuire, insieme ai medici indigeni tradizionali a migliorare la qualità della vita di queste popolazioni, che corrono un serio rischio di estinzione fisica e culturale.
A tutti i miei amici va il ringraziamento per il loro prezioso aiuto.
aldo lo curto
medico volontario itinerante»
Aldo Lo Curto in infermeria |
A lui un grande grazie per l'opera umanitaria straordinaria che da tanti anni porta avanti.
Arrivato in Brasile sono ritornato ad Altamira, sul fiume Xingu dove è in costruzione la terza diga più grande del mondo che causerà un impatto ambientale enorme (Progetto Belo Monte) con le conseguenze che si possono immaginare. Molti villaggi indios, piuttosto che trovarsi sommersi dal lago artificiale, si sono trasferiti in aree piu alte e distanti, quindi più difficili da raggiungere. Molti giovani hanno scelto di andare in città dove alcuni diventano dipendenti da alcol e droghe, altri assumono in modo esagerato zuccheri e grassi diventando in breve obesi, diabetici, ipertesi.
Nella parte più interna della foresta sono stati segnalati per la prima volta degli INDIOS ISOLADOS, cioè Indios che non hanno mai contattato l´uomo bianco. L´atteggiamento del governo è di non intervenire e di lasciarli in pace per non trasmettere loro malattie dell´uomo bianco (influenza, polmonite) che sarebbero micidiali.
A causa della inondazione andranno sott´acqua anche eventuali aree archeologiche: spesso mi è capitato di trovare in foresta asce di pietra levigata e cocci di ceramica lavorata, segno che in quell´area c´erano Indios. Ho conosciuto una equipe di archeologi brasiliani che cercano di scavare e recuperare ciò che è possibile.
Ho distribuito nei nuovi villaggi il mio libro a fumetti INDIO~MANUAL DE SAUDE, che mostra le piante medicinali più usate; è stato donato materiale medico (test rapido per diagnosi di malaria senza usare il microscopio, strumenti per piccola chirurgia, macchine aerosol) e costruita una piccola infermeria (ne servirebbero ancora quattro).
Poi mi sono spostato a Belem dove ho visitato comunita molto isolate di pescatori nell´Isola di Marajo, facendo visite ai malati a domicilio usando il cavallo o il bufalo dato che il terreno è così fangoso che nemmeno il cavallo riesce ad andare avanti.
Infine ho trascorso alcuni giorni nell´interno, visitando comunità isolate di discendenti di schiavi negri (quilombos), visitandoli e offrendo anche a loro materiale sportivo.
Aldo Lo Curto, Jorge Mendoca Martins e la protesi ringraziano |
Ancora una volta ho percorso migliaia di chilometri affrontando i fiumi, la foresta e sopratutto l'animale più pericoloso: l'UOMO.
Usando una strumentazione essenziale (stetoscopio e apparecchio della pressione), ho cercato di contribuire, insieme ai medici indigeni tradizionali a migliorare la qualità della vita di queste popolazioni, che corrono un serio rischio di estinzione fisica e culturale.
A tutti i miei amici va il ringraziamento per il loro prezioso aiuto.
aldo lo curto
medico volontario itinerante»
Alcune letture su Afghanistan
L'osservatorio permanente sull'Afghanistan che fa capo all'associazione CISDA, ci informa su diverse iniziative intraprese in ambito europeo a sostegno dei diritti civili in Afghanistan.
Per per ricominciare dopo le vacanze ci propone la lettura dell'articolo della giornalista Stella Pende apparso su Panorama che recentemente è stata a Kabul ed ha incontrato l'associazione Hawaca.
Nel suo articolo su Panorama riporta i racconti delle donne incontrate al centro gestito da Hawca, una intervista alla direttrice del centro Selay Ghaffar e una alla direttrice di AFCECO (Afghan child education and caring organization) Andeisha Farid.
Le donne in Afghanistan non hanno valore. Vendute dalle famiglie, lapidate per adulterio, sfigurate con l’acido, fatte saltare in aria per l’impegno politico o civile. Le afghane sono il principale obiettivo dell’integralismo. Ma c’è una nuova generazione che si ribella. E cerca il riscatto.
Leggi qui l'articolo
Ann-Carin Landstrom, membro del Comitato Centrale del Partito della Sinistra Svedese, è appena rientrata da Kabul, dove ha incontrato ufficialmente il Solidarity Party of Afghanistan (Hambastagi) e ha visitato i “campi di studio” che gli attivisti di Hambastagi organizzano nell’ambito di un progetto finanziato proprio dal Partito della Sinistra Svedese con 120.000 SEK corrispondenti a 15.000€ circa. A ottobre una donna di Hambastagi sarà ospite in Svezia per una conferenza.
Ma leggete tutto l'articolo, contiene informazioni che qui non arrivano, ovviamente, per questo è davvero utile leggerlo!
Insomma il nuovo blog delle amiche del CISDA è davvero ricchissimo di informazioni sull'Afghanistan. Informazioni che fanno fatica a filtrare ma che dobbiamo sapere per un paese che non aspetta altro che l'occidente si faccia da parte e, come dice Malalai Joya, lasciare che il processo verso la democratizzazione parta dall'interno.
Per per ricominciare dopo le vacanze ci propone la lettura dell'articolo della giornalista Stella Pende apparso su Panorama che recentemente è stata a Kabul ed ha incontrato l'associazione Hawaca.
Nel suo articolo su Panorama riporta i racconti delle donne incontrate al centro gestito da Hawca, una intervista alla direttrice del centro Selay Ghaffar e una alla direttrice di AFCECO (Afghan child education and caring organization) Andeisha Farid.
Le donne in Afghanistan non hanno valore. Vendute dalle famiglie, lapidate per adulterio, sfigurate con l’acido, fatte saltare in aria per l’impegno politico o civile. Le afghane sono il principale obiettivo dell’integralismo. Ma c’è una nuova generazione che si ribella. E cerca il riscatto.
Leggi qui l'articolo
Ann-Carin Landstrom, membro del Comitato Centrale del Partito della Sinistra Svedese, è appena rientrata da Kabul, dove ha incontrato ufficialmente il Solidarity Party of Afghanistan (Hambastagi) e ha visitato i “campi di studio” che gli attivisti di Hambastagi organizzano nell’ambito di un progetto finanziato proprio dal Partito della Sinistra Svedese con 120.000 SEK corrispondenti a 15.000€ circa. A ottobre una donna di Hambastagi sarà ospite in Svezia per una conferenza.
Ma leggete tutto l'articolo, contiene informazioni che qui non arrivano, ovviamente, per questo è davvero utile leggerlo!
Insomma il nuovo blog delle amiche del CISDA è davvero ricchissimo di informazioni sull'Afghanistan. Informazioni che fanno fatica a filtrare ma che dobbiamo sapere per un paese che non aspetta altro che l'occidente si faccia da parte e, come dice Malalai Joya, lasciare che il processo verso la democratizzazione parta dall'interno.
Malalai Joya, una donna fra i signori della guerra
In rete è già un tam-tam, noi lo proponiamo poichè con Malalai Joya abbiamo condiviso nel 2007 il primo premio internazionale "Daniele Po".
Si tratta di una raccolta fondi destinata a finanziare un documentario sul coraggio di questa donna che si è opposta al sanguinario regime talebano in Afghanistan.
Tutto è partito per volontà di Rodrigo Guim, antropologo, ecologista e documentarista brasiliano che, avendo conosciuto Malalai negli Stati Uniti nel 2009, ha deciso di produrre un film-documentario basato sul libro-biografia Finché avrò voce, ed. Piemme, (titolo originale A Woman Among Warlord). La raccolta fondi è destinata a finanziare il documentario, i proventi che ne deriveranno saranno destinati a Malalai Joya.
Di seguito in anteprima il video di presentazione in inglese.
Si tratta di una raccolta fondi destinata a finanziare un documentario sul coraggio di questa donna che si è opposta al sanguinario regime talebano in Afghanistan.
Tutto è partito per volontà di Rodrigo Guim, antropologo, ecologista e documentarista brasiliano che, avendo conosciuto Malalai negli Stati Uniti nel 2009, ha deciso di produrre un film-documentario basato sul libro-biografia Finché avrò voce, ed. Piemme, (titolo originale A Woman Among Warlord). La raccolta fondi è destinata a finanziare il documentario, i proventi che ne deriveranno saranno destinati a Malalai Joya.
Di seguito in anteprima il video di presentazione in inglese.
Lydia Cacho minacciata di morte
"...se ti metti contro di noi ... ti veniamo ad ammazzare in casa..."
Non ci sono giri di parole in questo messaggio ricevuto da Lydia Cacho, giornalista e difensora dei diritti umani, sul suo ricevitore per le emergenze. Lydia Cacho ha cominciato a ricevere minacce nel 2005 dopo la pubblicazione del suo libro dove denunciava un traffico di pornografia infantile in Quintana Roo e Puebla (Messico). In Italia è stato pubblicato nel 2011 con il titolo "Memorie di un'infamia" ed. Fandango. Lydia Cacho ha portato avanti una battaglia contro la pedopornografia in Messico e con coraggio è riuscita a far condannare un imprenditore implicato anche in ricilaggio di danaro sporco. HA dovuto subire arresti e torture da parte della polizia corrotta per impedirle di portare avanti la sua bataglia per i diritti umani. Con coraggio ha scoperchiato l'altra faccia dei femminicidi del Messico. Il dramma di molte bambine e bambini, come quello delle donne, in Messico rimangono crimini impuniti. La giornalista ha ricevuto continue minacce da allora a rappresaglia del suo lavoro di difensora dei diritti umani e di giornalista.
John Mapliza, da Reggio Emilia per la pace in Congo
E' magrissimo ma ha una energia potente che coinvolge e dimostra molto meno dei suoi 42 anni. E' John Mpaliza, ingegnere che da 18 anni vive a Reggio Emilia, sua seconda patria. Nato nella Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire ed ex Congo Belga, è fuggito nel 1994 per ragioni politiche. Da tre anni a questa parte ha deciso di fare qualcosa per il suo paese e ha scelto di camminare. Camminare per ricordarci che il Congo è pieno di profughi che a piedi percorrono centinaia di chilometri in fuga dai luoghi della guerra; e poi, in una accezione positiva, il camminare ha in sè il valoer della lentezza che ti permette l'incontro con gente sempre diversa con la quale scambiare parole. Marciare per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni politiche per aprire uno sguardo su una parte di mondo dove i diritti umani non hanno significato. Se da un lato la Rep.Dem. del Congo è un paese immenso e pieno di ricchezze, oro, diamanti, metalli e coltan, sulle quali le grandi multinazionali fanno affari d'oro con la complicità ignobile del Ruanda, dall'altro la popolazione non gode di tanta ricchezza: sfruttamento del lavoro minorile, stupri alle donne di tutte le età, guerre e massacri sopratutto nella zona dei grandi laghi dove le bande competono per il controllo del territorio.
In marcia per il Congo
Verrà presentata sabato 28 Luglio alle ore 19,30 a Reggio Emilia la marcia per la pace in Congo RD di John Mpaliza.
Egli percorrerà a piedi i 1600 km che dividono Reggio Emilia e Bruxelles per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica occidentale dei gravi crimini che si consumano nella Repubblica Democratica del Congo come lo sfruttamento dei bambini nel lavoro e nelle milizie, abusi sessuali e sevizie sulle donne e guerre senza fine fra ribelli ed esercito regolare che costringono migliaia di profughi a fuggire.
Questa marcia nasce dalla volontà di John Mpaliza, congolese di nascita ma che da 18 anni risiede a Reggio Emilia, a scoperchiare l'indifferenza dell'occidente verso il suo paese natale.
La marcia di Mpaliza si può seguire su facebook oppure http://www.peacewalkingman.org/
Egli percorrerà a piedi i 1600 km che dividono Reggio Emilia e Bruxelles per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica occidentale dei gravi crimini che si consumano nella Repubblica Democratica del Congo come lo sfruttamento dei bambini nel lavoro e nelle milizie, abusi sessuali e sevizie sulle donne e guerre senza fine fra ribelli ed esercito regolare che costringono migliaia di profughi a fuggire.
Questa marcia nasce dalla volontà di John Mpaliza, congolese di nascita ma che da 18 anni risiede a Reggio Emilia, a scoperchiare l'indifferenza dell'occidente verso il suo paese natale.
La marcia di Mpaliza si può seguire su facebook oppure http://www.peacewalkingman.org/
Nuova veste del sito
Ci si sarà già accordi che il sito delle "Case di Daniele" si è rinnovato. Si è voluto rendere più agevole la visione di tutte quelle iniziative che hanno segnato ormai 10 anni di vita dell'associazione.
Parimenti si è rinnovata anche la veste del blog con i colori che ormai identificano le "Case di Daniele" e cioè l'azzurro e il bianco.
Parimenti si è rinnovata anche la veste del blog con i colori che ormai identificano le "Case di Daniele" e cioè l'azzurro e il bianco.
Si prepara il mese della "Pace"
Anche quest'anno "Le Case di Daniele" parteciperanno alla grande iniziativa della Provincia di Bologna "Segnali di Pace", mese dedicato ai grandi temi della pace e dei diritti umani che si terrà dal 21 settembre al 31 ottobre.
Le iniziative dell'Associazione sono già diverse e tutte ruotano attorno alla Repubblica Democratica del Congo, paese visitato quest'anno dalla Presidente delle Case di Daniele, Nedda e dal marito Fortunato. Un paese immenso, con immense ricchezze e parallelamente immense tragedie.
In collaborazione con il Consiglio Comunale Ragazzi di Pieve di Cento, il 25 Settembre si inaugurerà la prima delle iniziative. Alle ore 17 è prevista la conferenza "Il Congo, il coltan e il mio cellulare": il coltan è un componente fondamentale degli apparecchi elettronici e il Congo è il maggior produttore mondiale. Gli interessi attorno a questa fondamentale risorsa insanguinano e impoveriscono un popolo da sempre provato da estrema povertà.
Le grandi disuguaglianze del Congo sono anche disuguaglianze di genere che relegano la donna dal valore nullo: violenze e stupri dalle bambine fino alle anziane, sono orrori quotidiani che colpiscono 2 donne su 5. Tematica agghiacciante che verrà approfondita nella conferenza che si terrà a Pieve di Cento il 5 ottobre alle ore 15.30.
Momento di punta del mese della pace è l'appuntamento con la VI edizione del "Premio Internazionale Daniele Po" che si terrà sabato 20 ottobre alle ore 11 a Bologna nella Cappella Farnese a Palazzo d'Accursio. Quest'anno il premio è stato conferito alla ruandese di nascita ma belga di adozione, Marie Beatrice Umutesi, testimone del controgenocidio nel Congo nel 1994-1996. Il suo libro più famoso "Sopravvivere al massacro" ed è una testimonianza diretta ed agghiacciante sulla fuga degli Hutu dal Ruanda per 2000 chilometri.
Non esiste ancora una edizione in italiano, ma "Le Case di Daniele" si stanno adoperando per far tradurre e divulgare il volume della Umutesi.
Le iniziative dell'Associazione sono già diverse e tutte ruotano attorno alla Repubblica Democratica del Congo, paese visitato quest'anno dalla Presidente delle Case di Daniele, Nedda e dal marito Fortunato. Un paese immenso, con immense ricchezze e parallelamente immense tragedie.
In collaborazione con il Consiglio Comunale Ragazzi di Pieve di Cento, il 25 Settembre si inaugurerà la prima delle iniziative. Alle ore 17 è prevista la conferenza "Il Congo, il coltan e il mio cellulare": il coltan è un componente fondamentale degli apparecchi elettronici e il Congo è il maggior produttore mondiale. Gli interessi attorno a questa fondamentale risorsa insanguinano e impoveriscono un popolo da sempre provato da estrema povertà.
Le grandi disuguaglianze del Congo sono anche disuguaglianze di genere che relegano la donna dal valore nullo: violenze e stupri dalle bambine fino alle anziane, sono orrori quotidiani che colpiscono 2 donne su 5. Tematica agghiacciante che verrà approfondita nella conferenza che si terrà a Pieve di Cento il 5 ottobre alle ore 15.30.
Marie Beatrice Umutesi |
Non esiste ancora una edizione in italiano, ma "Le Case di Daniele" si stanno adoperando per far tradurre e divulgare il volume della Umutesi.
Le Case di Daniele e IBO per i terremotati
La ONG IBO di Ferrara e "Le Case di Daniele" hanno unito le loro forze per la ricostruzione a seguito del terremoto che ha sconvolto l'Emilia il 20 e il 29 maggio scorsi.
Gli amici di IBO hanno infatti aperto un conto corrente per versamenti volontari da parte di privati per investirli in iniziative necessarie nella ricostruzione post terremoto.
Per maggiori informazioni vi invitiamo a cliccare il link:
http://www.iboitalia.org/it/terremoto-in-emilia/458-terremoto-cosa-puoi-fare
Gli amici di IBO hanno infatti aperto un conto corrente per versamenti volontari da parte di privati per investirli in iniziative necessarie nella ricostruzione post terremoto.
Per maggiori informazioni vi invitiamo a cliccare il link:
http://www.iboitalia.org/it/terremoto-in-emilia/458-terremoto-cosa-puoi-fare
I "Commedianti" in scena
Venerdì 20 aprile alle ore 21, presso il teatro comunale "A. Zeppilli" di Pieve di Cento, i "Commedianti della Pieve" vanno in scena con la commedia "Rosa Maria di Maggio cartomante".
Divertente commedia dialettale in tre atti con gran finale a sorpresa.
Il ricavato della serata sarà devoluto alla nostra associazione.
Divertente commedia dialettale in tre atti con gran finale a sorpresa.
Il ricavato della serata sarà devoluto alla nostra associazione.
20 Anni dopo a Sarajevo
Con una mesta cerimonia a ricordo dell'inizio della guerra datata 5 aprile 1992, sono cominciate a Sarajevo le manifestazione per non dimenticare l'assedio della città durato 44 mesi. Furono oltre 11mila le vittime dell'assedio e noi sentiamo particolarmente questa ricorrenza poichè nel 2008 abbiamo premiato le "Madri di Srebrenica" con il Premio Internazionale Daniele Case degli Angeli.
Nel giugno 2010 abbiamo poi visitato la "Casa deli Angeli", che si trova a Tuzla, nord della Bosnia, donata alle madri di Srebrenica.
Rientro dalla Repubblica Dem. del Congo
Siamo rientrati da questo viaggio duro e difficile.
La povertà che abbiamo incontrato è grande, forse maggiore di ogni altro paese visitato. Nella zona di Goma si aggiunge la pesante militarizzazione che impedisce anche le elementarie libertà di movimento.
Abbiamo portato con noi testimonianze importantissime e che speriamo di condividere presto.
La povertà che abbiamo incontrato è grande, forse maggiore di ogni altro paese visitato. Nella zona di Goma si aggiunge la pesante militarizzazione che impedisce anche le elementarie libertà di movimento.
Abbiamo portato con noi testimonianze importantissime e che speriamo di condividere presto.
Di nuovo A Kinshasa
Anche a Kinshasa l'energia elettrica va e viene e quindi comunichiamo con difficoltà e spesso alla sera siamo al buio. Anche acqua e telefono funzionano a intervalli e a volte passa anche qualche giorno prima che tutto ritorni regolare.
Ora siamo dai missionari Missionnaire d'Afrique (Padri Bianchi) a Kinshasa dove stiamo aspettando il 20 per riprendere l'aereo di ritorno. Abbiamo trascorso 10 giorni a Goma e Bukavu dove abbiamo visto tutto quello che e' possibile dell'Africa, siamo stati nella foresta con i pigmei, abbiamo visitato scuole se cosi' si possono chiamare, villaggi, missioni e partecipato alla festa dell'8 marzo con quattromila donne, una cosa straodinaria tutta africana, in un villaggio vicino a Bukavu.
Goma e Bukavu (lago Kivu) sono militarizzate dai caschi blu, credo ventimila, e da militari della RDC, noi eravamo comunque ben protetti dai missionari e dormivamo nel Seminario Maggiore di Muresha.
La RDC e' veramente disastrata e la gente si arrangia, non avevamo mai visto una miseria cosi' grande. I politici se ne fregano e la corruzione c'e' ovunque. Abbiamo fatto dei bellissimi reportage e foto anche se bisognava stare molto allerta con i militari.
Abbiamo programmato tre bei progetti che vanno ad aiutare direttamente la gente. Qui le ONG sono tantissime, sopratutto a Bukavu che e' stata la zona del massacro tra Hutu e Tutsi, milatirizzata, ma c'e' da scandalizzarsi per quello che non fanno e sperperano, vivono in ville e si inventano i bisogni.
Bravissimi sono i missionari che vivono a contatto con la gente.
Ora siamo dai missionari Missionnaire d'Afrique (Padri Bianchi) a Kinshasa dove stiamo aspettando il 20 per riprendere l'aereo di ritorno. Abbiamo trascorso 10 giorni a Goma e Bukavu dove abbiamo visto tutto quello che e' possibile dell'Africa, siamo stati nella foresta con i pigmei, abbiamo visitato scuole se cosi' si possono chiamare, villaggi, missioni e partecipato alla festa dell'8 marzo con quattromila donne, una cosa straodinaria tutta africana, in un villaggio vicino a Bukavu.
Goma e Bukavu (lago Kivu) sono militarizzate dai caschi blu, credo ventimila, e da militari della RDC, noi eravamo comunque ben protetti dai missionari e dormivamo nel Seminario Maggiore di Muresha.
La RDC e' veramente disastrata e la gente si arrangia, non avevamo mai visto una miseria cosi' grande. I politici se ne fregano e la corruzione c'e' ovunque. Abbiamo fatto dei bellissimi reportage e foto anche se bisognava stare molto allerta con i militari.
Abbiamo programmato tre bei progetti che vanno ad aiutare direttamente la gente. Qui le ONG sono tantissime, sopratutto a Bukavu che e' stata la zona del massacro tra Hutu e Tutsi, milatirizzata, ma c'e' da scandalizzarsi per quello che non fanno e sperperano, vivono in ville e si inventano i bisogni.
Bravissimi sono i missionari che vivono a contatto con la gente.
Aggiornamenti dal Congo
Siamo a Bukavu (Sud Kivu) siamo alloggiati, molto spartanamente, presso il Seminario Maggiore di Muresha, a 20 Km dalla città in una zona sicura. E' difficile descrivere la situazione qui da ogni punto di vista;mangiamo con i padri che sono tutti insegnanti del seminario, quasi tutti parlano in italiano e sono molto gentili, per cui abbiamo l'occasione di avere informazioni molto interessanti su questa parte del Congo e sul Paese in genere.
Questa zona del Congo è verdissima, siamo a circa 1.600 mt di altezza per cui non soffriamo più l'oppressivo calore di Kinshasa.
Domenica scorsa nel pomeriggio, dopo una giornata di fortissima pioggia siamo andati nel pomeriggio al mercato del villaggio, qui vicino, dove tutti conoscono Padre Francios ( qui lo chiamano tutti D'Assisi) e ci siamo trovati completamente nel fango, la gente camminava scalza o con le scarpe in mano noi non ci siamo mai allontanati dalla strada per evitare di trovarci con le scarpe piene di fango.
Il mercato è di una povertà assoluta ma questo è l'economia che qui permette di mangiare, la merce anche di grandissimo peso è trasportata a mano, sulla testa o sulla schiena da donne e bimbi di tutte le età. E' una grandissima pena vederli.
Lunedi padre Francois ci ha portato nella foresta, verso Goma, per conoscere una comunità di Pigmei che lui da tempo conosce. E' stato un momento straordinario ma un'autentica avventura africana per arrivare fino a loro. Questa è una etnia martoriata e ridotta a vivere fuori dal loro habitat naturale e dalle loro usanze di uomini della foresta a causa dell'occupazione dei loro territori da parte delle multinazionali, territori ricchi di minerali, e per fare posto ai parchi nazionali.
Vivono in una situazione al limite dell'immaginabile, per raggiugerli abbiamo percorso a piedi alcuni kilometri in mezzo a campi di te e con un seguito di bimbi che spuntavano ovunque, tutti scalzi e vestiti di stracci, pero contenti di vedere padre Francois e due bianchi con sporte piene di caramelle (qui sono chiamate bon bon) comperate lungo la strada.
Questa zona del Congo è verdissima, siamo a circa 1.600 mt di altezza per cui non soffriamo più l'oppressivo calore di Kinshasa.
Domenica scorsa nel pomeriggio, dopo una giornata di fortissima pioggia siamo andati nel pomeriggio al mercato del villaggio, qui vicino, dove tutti conoscono Padre Francios ( qui lo chiamano tutti D'Assisi) e ci siamo trovati completamente nel fango, la gente camminava scalza o con le scarpe in mano noi non ci siamo mai allontanati dalla strada per evitare di trovarci con le scarpe piene di fango.
Il mercato è di una povertà assoluta ma questo è l'economia che qui permette di mangiare, la merce anche di grandissimo peso è trasportata a mano, sulla testa o sulla schiena da donne e bimbi di tutte le età. E' una grandissima pena vederli.
Lunedi padre Francois ci ha portato nella foresta, verso Goma, per conoscere una comunità di Pigmei che lui da tempo conosce. E' stato un momento straordinario ma un'autentica avventura africana per arrivare fino a loro. Questa è una etnia martoriata e ridotta a vivere fuori dal loro habitat naturale e dalle loro usanze di uomini della foresta a causa dell'occupazione dei loro territori da parte delle multinazionali, territori ricchi di minerali, e per fare posto ai parchi nazionali.
Vivono in una situazione al limite dell'immaginabile, per raggiugerli abbiamo percorso a piedi alcuni kilometri in mezzo a campi di te e con un seguito di bimbi che spuntavano ovunque, tutti scalzi e vestiti di stracci, pero contenti di vedere padre Francois e due bianchi con sporte piene di caramelle (qui sono chiamate bon bon) comperate lungo la strada.
Coltan. Che Cosa è?
Il coltan è un minerale fondamentale per l'industria dell'elettronica per la produzione di cellulari, compuer, macchine fotografiche, satelliti, per la costruzione di conduttori e semiconduttori.
Nella Repubblica Democratica del Congo vi sono l'80% delle risorse mondiali di questo minerale e dai rapporti dell'ONU il commercio del minerale ha causato le guerre e i conflitti che hanno sconvolto il Congo e i vicini Ruanda e Uganda.
Nella povertà del grande paese africano vi è, come al solito, la corresponsabilità delle grandi multinazionali e del nostro stile di vita che tende a consumare in maniera a-critica.
Nella Repubblica Democratica del Congo vi sono l'80% delle risorse mondiali di questo minerale e dai rapporti dell'ONU il commercio del minerale ha causato le guerre e i conflitti che hanno sconvolto il Congo e i vicini Ruanda e Uganda.
Nella povertà del grande paese africano vi è, come al solito, la corresponsabilità delle grandi multinazionali e del nostro stile di vita che tende a consumare in maniera a-critica.
Destinazione Congo
L'arrivo nella Repubblica Democratica del Congo è stato scioccante.
Se tu pensi al paese piu' povero del mondo non e' abbastanza. Per le strade c'e una marea di gente, nessun turista, che commercia qualsiasi cosa e ti fa impressione solo a fermarti con la macchina. Meglio non fare foto. Con spirito di adattamento e grazie al nostro carissimo Padre Santi siamo usciti dall'areoporto, se cos¡ si puo' chiamare, e siamo alloggiati in sicurezza, presso di lui. Abbiamo pranzato con 10 seminaristi africani e per parlare usiamo lo spagnolo, l'inglese e qualche parola di francese.
Il 26 Febbraio abbiamo incontrato i bambini di Kishenso dopo la messa. Quì non è facile niente l'abbiamo capito.
Abbiamo successivamente visitato il centro Communidad de Daniel (circa quaranta bambini anche piccolissimi) oggi siamo tornati per organizzare la festa ma la pioggia torrenziale ce lo ha impedito. I bimbi con i piedini nell'acqua sorridevano ugualmente ma qualche piccolino tremava infreddolito. Se pensate alla miseria aggiungete ancora qualcosa: mi si e stretto il cuore e padre Santi e' il missionario piu' povero che abbiamo incontrato fino ad ora.Vi preghiamo, questa volta con una piccola insistenza di pensare gia' al nostro rientro ad una qualsiasi iniziativa (una pizzata , un acena...) perche' non potremo assolutamente abbandonare Santi alla precarieta' in cui vive, senza avere un ben che minimo enturage continuativo di sostegno. La vita qui' e' molto difficile, si passa da 30 gradi di ieri quasi insopportabili a 20 dopo la pioggia di oggi, ma domani saremo di nuovo al caldo. Le strade sono dei fiumi quando piove e tutto si ferma.
Abbiamo parlato con padre Francois di Bukabu e ci sta' aspettando con grande attesa per un programma che ci ha organizzato, dormiremo nel seminario.Partire con un volo aereo per Goma dove alloggeremo presso i padri Bianchi poi con il battello andremo a Bukavu circa sei ore di navigazione ma dicono che oltre ad essere il metodo piu' sicuro e anche il piu' bello.
Francois ci aspetta a Bukavu.
Angustia senza fine in Messico
La situazione delle nostra amiche messicane dell'Associazione di "Nuestras hijhas de regreso a casa" è insostenibile. Le fondatrici, fra cui Marisela Ortiz premiata nel 2008 con il "Premio Internazionale Daniele-Case degli Angeli", hanno deciso di lasciare il paese ed operare dall'esilio. La sequenza di attentati e minacce ha reso Ciudad Juarez invivibile per loro.
Proponiamo di seguito un articolo pubblicato sul sito italiano che monitorizza la situazione a Juares http://www.mirajuarez.org/
12/02/2012
Gladis Torres Ruiz
La violenza costringe all’esilio le attiviste che si battono per la difesa dei diritti umani
In seguito all’onda di attacchi contro di loro, le fondatrici di Nuestras Hijas de Regreso a Casa decidono di lasciare il paese e di operare escusivamente dall’esilio.
Dopo più di un decennio di lotta e di fronte all’inazione dello Stato messicano per proteggere le attiviste dei Diritti Umani, l’organizzazione Nuerstras Hijas de Regreso a Casa – pioniera nell’investigazione sul femminicidio a Ciudad Juárez – smetterà di operare in Messico, per continuare le sue attività dall’esilio.
“Si, me ne vado però continuerò la lotta dovunque io sarò. Non rimarrò in silenzio perchè il governo ha un debito con i miei figli (nipoti n.d.r.) a cui ha portato via la madre” afferma Norma Andrade, una delle fondatrici dell’organizzazione che è stata oggetto di due attentati in meno di tre mesi.
La Andrade e la sua famiglia sottolineano che di fronte all’impunità, che le colpisce, di cui godono gli autori dell’ondata di attacchi e minacce, inaspritasi contro di loro dal 2008, abbandoneranno il paese.
Norma, assieme a sua figlia Malú García Andrade e Marisela Ortiz, ha fondato “Nuestra Hijas de Regreso a Casa” nel 2001. Le tre sono state intimidite, perseguitate e minacciate di morte insieme con i loro familiari.
Marisela ha lasciato il paese nel Febbraio del 2011, e Malú è andata via da Juárez nel Marzo dello stesso anno, ma ha dovuto tornare nella città di frontiera nello scorso Dicembre, dopo il primo attacco a sua madre. Con l’annunciato esilio di Norma e Malú “Nuestra Hijas” si trova ridotta al lumicino.”Smantellate””L’organizzazione rimarrà smantellata. Nei fatti, siamo già disarticolate”, lamenta la Andrade. Riferisce che a partire dal 2008, con le prime minacce contro Marisela e Malú, decisero di diminuire l’impegno sul versante giuridico e legale per accellerare i processi (di recupero) delle vittime e concentrarsi nella gestione degli aspetti sociali.
“Dal 2008 abbiamo iniziato a lavorare di più sugli aspetti sociali, e quelli giuridici li seguivamo tenendo un basso profilo, ormai non abbiamo più uffici. Marisela, da dove si trova, si incarica di alcune attività, e a Juárez abbiamo contatti per implementare il “Progetto la Speranza”, che consiste in laboratori per madri di donne scomparse o assassinate”, precisa l’attivista.Dalla sua creazione “Nuestra Hijas” ha ricevuto almeno 30 minacce e molestie, ed i suoi uffici sono stati devastati da sconosciuti che hanno sottratto documenti e computer che contenevano informazioni sul lavoro, però non fu fatta alcuna indagine. Per questo, dal 2008 si decise di non avere uffici stabili, sebbene ciascun partecipante abbia continuato il suo lavoro separatamente dagli altri.Di fronte al pericolo che correvano le attiviste, il 13 Giugno del 2008 la Commissione Interamericana dei Diritti Umani chiese allo Stato messicano di garantire la loro vita e l’integrità fisica loro e delle loro famiglie, con l’adozione di misure cautelari.
La loro storia
Norma Andrade è la madre di Lilia Alejandra García, una giovane di 17 anni e madre di due bambini, che è sparita il 14 Febbraio del 2001, ed il cui corpo fu trovato con tracce di torura sessuale il 21 Febbraio dello stesso anno, in un terreno incolto limitrofo alla avenida Tecnológica y Ejército Nacional, a Juárez.
Da allora ed alla ricerca di giustizia, “Nuestra Hijas” – composta principalmente di madri di giovani scomparse e assassinate – ha denunciato a livello nazionale ed internazionale gli omicidi di donne in questa città, diventando un referente di aiuto e riabilitazione per coloro la quali sopravvivevano alla violenza.
Uno dei risultati più importanti fu il ricorso presentato, assieme ad altre organizzazioni civili, di fronte alla Corte Interamericana dei Diritti Umani, per denunciare gli omicidi di donne perpetrati nel Campo di Cotone, che ottenne che il massimo tribunale di giustizia della regione condannasse lo Stato messicano perchè non protegge la vita della popolazione femminile.
Ha anche presentato, davanti alla Corte, nel 2002, i casi di Lilia Alejandra Andrade e di Silvia Elena Rivera; sono ambedue in attesa di essere ammessi per essere analizza
Angustia senza fineNel 2011 “Nuestra Hijas” ha denunciato più di 200 rapimenti di bambine ed adolescenti, presumibilmente collegati con reti di tratta di persone. Norma lavorava su questi dossier quando iniziarono ad infuriare le aggressioni contro di lei.
All’inizio di quest’anno Malú García ha rivelato l’esistenza di una rete di tratta che opera nel centro di Juárez, e che ha accusato di essere responsabile della sparizione di decine di giovani. Quindi ha detto di poter fare affidamento su informazioni che riguardano donne che dopo la loro scomparsa sono state viste nei bordelli di Puebla, Tlaxcala e Tijuana. Ha aggiunto che i risultati delle indagini sarebbe stati resi pubblici durante l’anno, però è andata via da Juárez da quando il 17 Febbraio del 2011 degli sconosciuti hanno bruciato il tetto della sua casa, mentre partecipava ad un atto di appoggio alla famiglia Reyes Salazar, altri difensori dei Diritti Umani a loro volta aggrediti.
La Andrade ricorda che non solo lei ha subito aggressioni; anche attiviste come Irma Pérez, Eva Arce, Ramona Morales, Cipriana Jurado, e Benita Monárrez. Quest’ultima è stata una delle prime a lasciare il paese ed a rifugiarsi a Los Ángeles. “E una caparbia e legata a filo doppio che vuole continuare nel paese.......fino a quando non vede le conseguenze”, annota la militante.
“La verità è che non esiste protezione per quelle e quelli che difendono i diritti umani; questo 14 Febbraio saranno 11 anni che reclamo giustizia per mia figlia ed 11 anni che vivo molestata tutto il tempo cercando di proteggere la mia vita”, avverte Norma Andrade.
http://wm7.email.it/webmail/wm_5/redir.php?http://www.cimacnoticias.com.mx/
http://wm7.email.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=ZS5mb3JuYWNpYXJpQGVtYWlsLml0&sid={7437504254F412F169DECA-4F412F169E745-1329671958}&to=cimac@laneta.apc.org
Gladis Torres Ruiz
La violenza costringe all’esilio le attiviste che si battono per la difesa dei diritti umani
In seguito all’onda di attacchi contro di loro, le fondatrici di Nuestras Hijas de Regreso a Casa decidono di lasciare il paese e di operare escusivamente dall’esilio.
Dopo più di un decennio di lotta e di fronte all’inazione dello Stato messicano per proteggere le attiviste dei Diritti Umani, l’organizzazione Nuerstras Hijas de Regreso a Casa – pioniera nell’investigazione sul femminicidio a Ciudad Juárez – smetterà di operare in Messico, per continuare le sue attività dall’esilio.
“Si, me ne vado però continuerò la lotta dovunque io sarò. Non rimarrò in silenzio perchè il governo ha un debito con i miei figli (nipoti n.d.r.) a cui ha portato via la madre” afferma Norma Andrade, una delle fondatrici dell’organizzazione che è stata oggetto di due attentati in meno di tre mesi.
La Andrade e la sua famiglia sottolineano che di fronte all’impunità, che le colpisce, di cui godono gli autori dell’ondata di attacchi e minacce, inaspritasi contro di loro dal 2008, abbandoneranno il paese.
Norma, assieme a sua figlia Malú García Andrade e Marisela Ortiz, ha fondato “Nuestra Hijas de Regreso a Casa” nel 2001. Le tre sono state intimidite, perseguitate e minacciate di morte insieme con i loro familiari.
Marisela ha lasciato il paese nel Febbraio del 2011, e Malú è andata via da Juárez nel Marzo dello stesso anno, ma ha dovuto tornare nella città di frontiera nello scorso Dicembre, dopo il primo attacco a sua madre. Con l’annunciato esilio di Norma e Malú “Nuestra Hijas” si trova ridotta al lumicino.”Smantellate””L’organizzazione rimarrà smantellata. Nei fatti, siamo già disarticolate”, lamenta la Andrade. Riferisce che a partire dal 2008, con le prime minacce contro Marisela e Malú, decisero di diminuire l’impegno sul versante giuridico e legale per accellerare i processi (di recupero) delle vittime e concentrarsi nella gestione degli aspetti sociali.
“Dal 2008 abbiamo iniziato a lavorare di più sugli aspetti sociali, e quelli giuridici li seguivamo tenendo un basso profilo, ormai non abbiamo più uffici. Marisela, da dove si trova, si incarica di alcune attività, e a Juárez abbiamo contatti per implementare il “Progetto la Speranza”, che consiste in laboratori per madri di donne scomparse o assassinate”, precisa l’attivista.Dalla sua creazione “Nuestra Hijas” ha ricevuto almeno 30 minacce e molestie, ed i suoi uffici sono stati devastati da sconosciuti che hanno sottratto documenti e computer che contenevano informazioni sul lavoro, però non fu fatta alcuna indagine. Per questo, dal 2008 si decise di non avere uffici stabili, sebbene ciascun partecipante abbia continuato il suo lavoro separatamente dagli altri.Di fronte al pericolo che correvano le attiviste, il 13 Giugno del 2008 la Commissione Interamericana dei Diritti Umani chiese allo Stato messicano di garantire la loro vita e l’integrità fisica loro e delle loro famiglie, con l’adozione di misure cautelari.
La loro storia
Norma Andrade è la madre di Lilia Alejandra García, una giovane di 17 anni e madre di due bambini, che è sparita il 14 Febbraio del 2001, ed il cui corpo fu trovato con tracce di torura sessuale il 21 Febbraio dello stesso anno, in un terreno incolto limitrofo alla avenida Tecnológica y Ejército Nacional, a Juárez.
Da allora ed alla ricerca di giustizia, “Nuestra Hijas” – composta principalmente di madri di giovani scomparse e assassinate – ha denunciato a livello nazionale ed internazionale gli omicidi di donne in questa città, diventando un referente di aiuto e riabilitazione per coloro la quali sopravvivevano alla violenza.
Uno dei risultati più importanti fu il ricorso presentato, assieme ad altre organizzazioni civili, di fronte alla Corte Interamericana dei Diritti Umani, per denunciare gli omicidi di donne perpetrati nel Campo di Cotone, che ottenne che il massimo tribunale di giustizia della regione condannasse lo Stato messicano perchè non protegge la vita della popolazione femminile.
Ha anche presentato, davanti alla Corte, nel 2002, i casi di Lilia Alejandra Andrade e di Silvia Elena Rivera; sono ambedue in attesa di essere ammessi per essere analizza
Angustia senza fineNel 2011 “Nuestra Hijas” ha denunciato più di 200 rapimenti di bambine ed adolescenti, presumibilmente collegati con reti di tratta di persone. Norma lavorava su questi dossier quando iniziarono ad infuriare le aggressioni contro di lei.
All’inizio di quest’anno Malú García ha rivelato l’esistenza di una rete di tratta che opera nel centro di Juárez, e che ha accusato di essere responsabile della sparizione di decine di giovani. Quindi ha detto di poter fare affidamento su informazioni che riguardano donne che dopo la loro scomparsa sono state viste nei bordelli di Puebla, Tlaxcala e Tijuana. Ha aggiunto che i risultati delle indagini sarebbe stati resi pubblici durante l’anno, però è andata via da Juárez da quando il 17 Febbraio del 2011 degli sconosciuti hanno bruciato il tetto della sua casa, mentre partecipava ad un atto di appoggio alla famiglia Reyes Salazar, altri difensori dei Diritti Umani a loro volta aggrediti.
La Andrade ricorda che non solo lei ha subito aggressioni; anche attiviste come Irma Pérez, Eva Arce, Ramona Morales, Cipriana Jurado, e Benita Monárrez. Quest’ultima è stata una delle prime a lasciare il paese ed a rifugiarsi a Los Ángeles. “E una caparbia e legata a filo doppio che vuole continuare nel paese.......fino a quando non vede le conseguenze”, annota la militante.
“La verità è che non esiste protezione per quelle e quelli che difendono i diritti umani; questo 14 Febbraio saranno 11 anni che reclamo giustizia per mia figlia ed 11 anni che vivo molestata tutto il tempo cercando di proteggere la mia vita”, avverte Norma Andrade.
http://wm7.email.it/webmail/wm_5/redir.php?http://www.cimacnoticias.com.mx/
http://wm7.email.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=ZS5mb3JuYWNpYXJpQGVtYWlsLml0&sid={7437504254F412F169DECA-4F412F169E745-1329671958}&to=cimac@laneta.apc.org
Prossima destinazione: CONGO
Anche quest'anno Nedda e Fortunato delle Case di Daniele si apprestano al viaggio umanitario che li porterà nella Repubblica Democratica del Congo.
Qui avvieranno diverse progetti che con questa visita prenderanno corpo.
La partenza è prevista il 24 febbraio e per un mese circa li porterà a verificare un piccolo progetto avviato on line con un missionario spagnolo, Padre Santi, che opera a 15 Km da Kinshasa in una poverissima comunità con tanti bimbi orfani, disabili abbandonati, malati di AIDS...
Poi voleranno al Nord, a Bukavu, comunità dove le donne subiscono violenze inaudite e quindi si cercherà di avviare un progetto a sostegno di queste con l'aiuto di un sacerdote africano, bravo ed esperto.
Il blog seguirà anche quest'anno gli spostamenti di Nedda e Fortunato in Congo.
Qui avvieranno diverse progetti che con questa visita prenderanno corpo.
La partenza è prevista il 24 febbraio e per un mese circa li porterà a verificare un piccolo progetto avviato on line con un missionario spagnolo, Padre Santi, che opera a 15 Km da Kinshasa in una poverissima comunità con tanti bimbi orfani, disabili abbandonati, malati di AIDS...
Poi voleranno al Nord, a Bukavu, comunità dove le donne subiscono violenze inaudite e quindi si cercherà di avviare un progetto a sostegno di queste con l'aiuto di un sacerdote africano, bravo ed esperto.
Il blog seguirà anche quest'anno gli spostamenti di Nedda e Fortunato in Congo.
Rappresentazione SOSPESA
La commedia "Rosa Maria di Maggio Cartomante" prevista per l'11 febbraio, ore 21 al teatro di Pieve di Cento, è rimandata a data da destinarsi a causa del maltempo.
Appena possibile verrà comunicata la nuova data.
Appena possibile verrà comunicata la nuova data.
"Rosa Maria di Maggio cartomante" a Pieve di Cento
La nuova commedia di Nedda Alberghini Po, "Rosa Maria di Maggio cartomante", dopo il successo ottenuto al Teatro Borgatti di Cento, verrà messa in scena al teatro Zeppilli di Pieve di Cento sabato 11 febbraio 2012.
La commedia ha divertito molto e il pubblico ha apprezzato molto la bravura degli attori.
La commedia ha divertito molto e il pubblico ha apprezzato molto la bravura degli attori.
Norma Andrade subisce un nuovo attentato
Norma Andrade dell'associazione "Nuestra Hijas de Regreso a Casa" ha subito un nuovo attentato nella sua casa a Città del Messico.
Dopo il precedente attentato del 2 dicembre scorso, era fuggita perchè in pericolo di vita. Ma nella capitale è stata trovata e nuovamente ferita.
La nostra amica Marisela Ortiz, pure lei in esilio negli USA per le minacce di morte subite, ci sta tenendo aggiornati sulla coraggiosa Norma Andrade.
Sottoscrivi la petizione di Amnesty che sollecita le autorità messicane a proteggere la vita di Norma Andrade.
http://alzatuvoz.org/norma
Dopo il precedente attentato del 2 dicembre scorso, era fuggita perchè in pericolo di vita. Ma nella capitale è stata trovata e nuovamente ferita.
La nostra amica Marisela Ortiz, pure lei in esilio negli USA per le minacce di morte subite, ci sta tenendo aggiornati sulla coraggiosa Norma Andrade.
Sottoscrivi la petizione di Amnesty che sollecita le autorità messicane a proteggere la vita di Norma Andrade.
http://alzatuvoz.org/norma
Serata culturale a Cento
Il 31 gennaio 2012, alle ore 21 presso la sala Zarri del Palazzo del Governatore a Cento, le "Case degli Angeli di Daniele" organizzano una serata culturale.
Bravi attori reciteranno brani classici e brillanti del teatro contemporaneo, per emozionare in un luogo che teatro non è. Vale a dire che ogni luogo è congeniale all'arte, ogni luogo dove si possa stabilire un contatto diretto fra pubblico e artista.
La serata è a ingresso libero ed è stata possibile grazie al contributo di COOP Adriatica e al patrocinio del Comune di Cento.
Bravi attori reciteranno brani classici e brillanti del teatro contemporaneo, per emozionare in un luogo che teatro non è. Vale a dire che ogni luogo è congeniale all'arte, ogni luogo dove si possa stabilire un contatto diretto fra pubblico e artista.
La serata è a ingresso libero ed è stata possibile grazie al contributo di COOP Adriatica e al patrocinio del Comune di Cento.
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