Aldo Lo Curto in infermeria |
A lui un grande grazie per l'opera umanitaria straordinaria che da tanti anni porta avanti.
Arrivato in Brasile sono ritornato ad Altamira, sul fiume Xingu dove è in costruzione la terza diga più grande del mondo che causerà un impatto ambientale enorme (Progetto Belo Monte) con le conseguenze che si possono immaginare. Molti villaggi indios, piuttosto che trovarsi sommersi dal lago artificiale, si sono trasferiti in aree piu alte e distanti, quindi più difficili da raggiungere. Molti giovani hanno scelto di andare in città dove alcuni diventano dipendenti da alcol e droghe, altri assumono in modo esagerato zuccheri e grassi diventando in breve obesi, diabetici, ipertesi.
Nella parte più interna della foresta sono stati segnalati per la prima volta degli INDIOS ISOLADOS, cioè Indios che non hanno mai contattato l´uomo bianco. L´atteggiamento del governo è di non intervenire e di lasciarli in pace per non trasmettere loro malattie dell´uomo bianco (influenza, polmonite) che sarebbero micidiali.
A causa della inondazione andranno sott´acqua anche eventuali aree archeologiche: spesso mi è capitato di trovare in foresta asce di pietra levigata e cocci di ceramica lavorata, segno che in quell´area c´erano Indios. Ho conosciuto una equipe di archeologi brasiliani che cercano di scavare e recuperare ciò che è possibile.
Ho distribuito nei nuovi villaggi il mio libro a fumetti INDIO~MANUAL DE SAUDE, che mostra le piante medicinali più usate; è stato donato materiale medico (test rapido per diagnosi di malaria senza usare il microscopio, strumenti per piccola chirurgia, macchine aerosol) e costruita una piccola infermeria (ne servirebbero ancora quattro).
Poi mi sono spostato a Belem dove ho visitato comunita molto isolate di pescatori nell´Isola di Marajo, facendo visite ai malati a domicilio usando il cavallo o il bufalo dato che il terreno è così fangoso che nemmeno il cavallo riesce ad andare avanti.
Infine ho trascorso alcuni giorni nell´interno, visitando comunità isolate di discendenti di schiavi negri (quilombos), visitandoli e offrendo anche a loro materiale sportivo.
Aldo Lo Curto, Jorge Mendoca Martins e la protesi ringraziano |
Ancora una volta ho percorso migliaia di chilometri affrontando i fiumi, la foresta e sopratutto l'animale più pericoloso: l'UOMO.
Usando una strumentazione essenziale (stetoscopio e apparecchio della pressione), ho cercato di contribuire, insieme ai medici indigeni tradizionali a migliorare la qualità della vita di queste popolazioni, che corrono un serio rischio di estinzione fisica e culturale.
A tutti i miei amici va il ringraziamento per il loro prezioso aiuto.
aldo lo curto
medico volontario itinerante»
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