Chiapas senza pace

Proponiamo un articolo dal blog "Cambiailmondo" sulla situazione dello stato messicano del Chiapas.
Le forze governative non intendono agire contro qui gruppi paramilitari che stanno facendo pressoni ai caracol organizzati e sotto la tutela dell'EZLN.
Le organizzazioni facenti capo al subcomandante Marcos da ormai 20 anni lottano per la difesa dei diritti degli indios, contro quelle forze (forti gruppi di interesse) che vogliono cacciare e ridurre allo stato di indegenza gli indios.
Negli ultimi tempi la la repressione si è fatta più dura e come qui di seguito riportato, molte persone sono state costrerre a fuggire nella foresta. Fra queste sono sopratutto donne e bambini per paura di attacchi violenti.
La situazione in Chiapas si sta aggravando.
Leggi qui

Dal nostro amico Aldo Lo Curto


Aldo Lo Curto in infermeria
 Riceviamo e pubblichiamo volentieri la lettera l'amico della nostra associazione Aldo Lo Curto, medico itinerante che per sei mesi l'anno è in giro per il mondo per portare la sua professionalità ai bisognosi, ci invia dall'Amazzonia.
A lui un grande grazie per l'opera umanitaria straordinaria che da tanti anni porta avanti.

«Questa volta la partenza dall´Italia in maggio e´stata sofferta a causa del terremoto che ha colpito la parte centrale del mio paese...tuttavia conoscevo il grande senso di solidarieta della nostra nazione, per cui ho seguito gli avvenimenti da lontano, con la conferma che si è creata una grande catena di soccorso che ha visto i medici in prima fila. Ho ricevuto un appello dall´ospedale di Rovereto, un ecografo portatile, ho girato l´appello ad alcuni amici e in pochi giorni ho trovato un collega di Milano che lo ha donato.

Arrivato in Brasile sono ritornato ad Altamira, sul fiume Xingu dove è in costruzione la terza diga più grande del mondo che causerà un impatto ambientale enorme (Progetto Belo Monte) con le conseguenze che si possono immaginare. Molti villaggi indios, piuttosto che trovarsi sommersi dal lago artificiale, si sono trasferiti in aree piu alte e distanti, quindi più difficili da raggiungere. Molti giovani hanno scelto di andare in città dove alcuni diventano dipendenti da alcol e droghe, altri assumono in modo esagerato zuccheri e grassi diventando in breve obesi, diabetici, ipertesi.

Nella parte più interna della foresta sono stati segnalati per la prima volta degli INDIOS ISOLADOS, cioè Indios che non hanno mai contattato l´uomo bianco. L´atteggiamento del governo è di non intervenire e di lasciarli in pace per non trasmettere loro malattie dell´uomo bianco (influenza, polmonite) che sarebbero micidiali.

A causa della inondazione andranno sott´acqua anche eventuali aree archeologiche: spesso mi è capitato di trovare in foresta asce di pietra levigata e cocci di ceramica lavorata, segno che in quell´area c´erano Indios. Ho conosciuto una equipe di archeologi brasiliani che cercano di scavare e recuperare ciò che è possibile.

Ho distribuito nei nuovi villaggi il mio libro a fumetti INDIO~MANUAL DE SAUDE, che mostra le piante medicinali più usate; è stato donato materiale medico (test rapido per diagnosi di malaria senza usare il microscopio, strumenti per piccola chirurgia, macchine aerosol) e costruita una piccola infermeria (ne servirebbero ancora quattro).
Poi mi sono spostato a Belem dove ho visitato comunita molto isolate di pescatori nell´Isola di Marajo, facendo visite ai malati a domicilio usando il cavallo o il bufalo dato che il terreno è così fangoso che nemmeno il cavallo riesce ad andare avanti.

Infine ho trascorso alcuni giorni nell´interno, visitando comunità isolate di discendenti di schiavi negri (quilombos), visitandoli e offrendo anche a loro materiale sportivo.


Aldo Lo Curto, Jorge Mendoca Martins
e la protesi ringraziano 
 Per finire sono sceso a sud del Brasile, vicino a Rio per visitare alcuni villaggi di indios Guarani (vicino alle citta di Nitteroi e Paraty): in uno di questi villaggi indios, Rio Pequeno, è stato possibile donare una protesi di gamba ad un indio, Jorge Mendonca Martins, che due anni fa aveva avuto un grave incidente stradale e gli era stata amputata una gamba. Jorge era un grande scultore del legno e ora può produrre di nuovo come prima, anche se in realta, malgrado l'handicap, non si è mai fermato.

Ancora una volta ho percorso migliaia di chilometri affrontando i fiumi, la foresta e sopratutto l'animale più pericoloso: l'UOMO.

Usando una strumentazione essenziale (stetoscopio e apparecchio della pressione), ho cercato di contribuire, insieme ai medici indigeni tradizionali a migliorare la qualità della vita di queste popolazioni, che corrono un serio rischio di estinzione fisica e culturale.

A tutti i miei amici va il ringraziamento per il loro prezioso aiuto.

aldo lo curto
medico volontario itinerante»