Lydia Cacho minacciata di morte

"...se ti metti contro di noi ... ti veniamo ad ammazzare in casa..."
Non ci sono giri di parole in questo messaggio ricevuto da Lydia Cacho, giornalista e difensora dei diritti umani, sul suo ricevitore per le emergenze. Lydia Cacho ha cominciato a ricevere minacce nel 2005 dopo la pubblicazione del suo libro dove denunciava un traffico di pornografia infantile in Quintana Roo e Puebla (Messico). In Italia è stato pubblicato nel 2011 con il titolo "Memorie di un'infamia" ed. Fandango. Lydia Cacho ha portato avanti una battaglia contro la pedopornografia in Messico e con coraggio è riuscita a far condannare un imprenditore implicato anche in ricilaggio di danaro sporco. HA dovuto subire arresti e torture da parte della polizia corrotta per impedirle di portare avanti la sua bataglia per i diritti umani. Con coraggio ha scoperchiato l'altra faccia dei femminicidi del Messico. Il dramma di molte bambine e bambini, come quello delle donne, in Messico rimangono crimini impuniti. La giornalista ha ricevuto continue minacce da allora a rappresaglia del suo lavoro di difensora dei diritti umani e di giornalista.

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