In difesa di Gianni Proiettis

Proponiamo la traduzione (a cura di "Onda Durito - Rodu Brescia")di un articolo apparso su "La Jornada" del 23 Aprile 2011, nel quale la grande scrittrice messicana Elena Poniatowska, si scaglia contro l'assurda espulsione dal Messico del giornalista e docente universitario Gianni Proiettis. La sua riflessione va oltre l'ingiusta vicenda dell'amico italiano per denunciare un sistema perverso di riduzione al silenzio delle voci scomode operato dal governo messicano.


La libertà di espressione, diritto riconosciuto in Messico attraverso la Convenzione Americana sui Diritti Umani, viene nei fatti elusa. Il Messico è uno dei paesi più pericolosi dove almeno 71 giornalisti sono stati uccisi dal 2000 e altri 13 sono scomparsi dal 2003. Molti scappano all'estero per paura delle rappresaglie dei narcotrafficanti, o dagli elementi corrotti di esercito e polizia. La minaccia ai media da parte di mafie e cartelli è stato pubblicato a Febbraio da Reporter Senza Frontiere nel documento “Organized crime: muscling in on the media"

In difesa di Gianni Proiettis
di Elena Poniatowska
(scrittrice messicana)

E' diventato un luogo comune affermare che essere giornalista in Messico è pericoloso, però la deportazione dell'italiano Gianni Proiettis – dopo 18 anni di lavoro ininterrotto in Chiapas – dimostra che il governo messicano elimina i suoi critici e pretende di ridurre l'esercizio del nostro lavoro a quello di scribi e lacchè.
I giornalisti critici che si occupano delle questioni del paese sono mal visti e, nella maggior parte dei casi, rifiutati e addirittura espulsi.
Fin dal 1994, molti sono stati demonizzati dal regime intimorito dalla popolarità del Movimento Zapatista di Liberazione Nazionale e del suo portavoce il subcomandante Marcos. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nel suo articolo 19, definisce il diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include quello di non essere molestato a causa delle proprie opinioni, di indagare e ricevere informazioni e opinioni, e quello di diffonderle, senza limiti di frontiere, attraverso qualsiasi mezzo di espressione. Tuttavia, in Messico questo articolo è lettera morta.
Tutte le organizzazioni dei Diritti Umani hanno condannato il trattamento verso i giornalisti nel nostro paese come uno dei peggiori del mondo. Il Messico è una delle nazioni dove è più difficile esercitare tale lavoro: sequestrati, espulsi, assassinati, e, ovviamente, che nel caso si sia corrispondenti di guerra.
Di questi tempi, è vero, quando il perseguimento dei narcotrafficanti uccide i civili, è facile concludere che il Messico è in guerra. K.S. Karol, de L’Express de France si stupiva per l'atteggiamento delle autorità messicane verso qualsiasi possibilità di critica e della loro assurda capacità di vendetta. Accettare la critica è uno dei puntelli di un governo civilizzato ma ad oggi, i nostri governi hanno risposto con rabbia verso la minima denuncia..
Si dovrebbe ricordare il furore della Società di Geografia e Statistica contro Oscar Lewis per la sua denuncia sulla povertà nel suo libro Los hijos de Sánchez negli anni '60 o la più recente crociata contro Carmen Aristegui, senza dimenticare Lydia Cacho, che aveva evidenziato con sano eroismo i vincoli tra governatori e pedofili e continua afarlo a rischio della sua stessa vita.
E' inviolabile la libertà di scrivere e di pubblicare scritti su qualunque materia. Nessuna legge, né autorità può stabilire la previa censura (…) dispone l'articolo 7 della Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani.
Se il governo del Messico, invece di preoccuparsi di perseguire i giornalisti, li rispettasse e proteggesse, di ben altro tipo sarebbe la vita dei cittadini nel nostro paese. Se con la stessa efficacia con la quale si castigano i giornalisti e li si elimina, si combattesse il narcotraffico sarebbe tutta un'altra musica ma, sembra che il governo nella sua strategia abbia altre priorità e difenda interessi inconfessabili.
Lo Stato messicano fa parte della Convenzione Americana sui Diritti Umani che proibisce la censura ed assicura la più ampia protezione al diritto alla libertà di espressione. Eppure, il corrispondente de Il Manifesto Gianni Proiettis, dopo essere stato sequestrato e minacciato di venire gettato in una gola in Chiapas, a fine 2010, due poliziotti giudiziari lo hanno fatto salire su un aereo senza altre spiegazioni ed è volato a Roma, la sua città natale.


Il 15 aprile, Gianni Proiettis si è presentato alle 10.30 del mattino negli uffici del Instituto Nacional de Migración (INM) a San Cristóbal de las Casas, Chiapas, perché secondo le autorità era scaduto il suo permesso migratorio FM2. Il giorno stesso le autorità lo hanno trasferito nella capitale dello stato, Tuxtla Gutiérrez, lo hanno fatto salire su un aereo privato in direzione di Città del Messico e alle sette di sera su un aereo di linea Aeroméxico con destinazione Madrid, custodito da due agenti del INM. A Madrid lo hanno detenuto per altre 24 ore ed è arrivato a Roma il 17 aprile senza altro che i vestiti che portava indosso.
Fare visita a Gianni e a Maribel Proiettis a San Cristóbal de las Casas era un vero piacere. Vivevano in modo tranquillo e sobrio, coltivavano le verdure nell'orto e dormivano in una casetta di legno nel quartiere Cuxtitali, dove tutti lo conoscevano e gli volevano bene. Coltivavano gli ortaggi e ti offrivano un cibo sano, di origine biologico nei piatti usciti dal tornio a pedale di Maribel, che lei stessa aveva lavorato.
Tutto il vasellame era fatto da loro, beh, l'aveva disegnata Maribel ma Gianni sapeva proprio tutto della cottura dell'argilla e della durata in forno per far si che i pezzi non si rompano. Nessuna vita più semplice, più sana e senza altre pretese quella dei Proiettis.
Si erano lasciati alle spalle il meccanicismo delle metropoli e poco gli mancava di tessersi da sé anche i vestiti.
Gianni stava molto bene con il suo cappello di paglia mentre stava chinato sui carciofi e Maribel scendeva tutti i giorni alla UACh (Universidad Autónoma de Chiapas) a fare lezione e a delineare insieme ai suoi alunni progetti di sviluppo sociale per le comunità più bisognose dello stato.
Anch'egli insegnante nella stessa università, Gianni Proiettis si è laureato Magna Cum Laude all'Università La Sapienza di Roma, Italia, forse l'università più tradizionale e riconosciuta d'Italia. Diplomato dal Ministero dell'Istruzione di Francia, insegnava corsi di francese, inglese, italiano e tecniche di traduzione. Uomo del Rinascimento, era solito scrivere articoli, reportages ed interviste come quella che fece a Lula in Brasile. E' stato il primo giornalista a intervistare il subcomandante Marcos per l'Unità, nel gennaio 1994.
Alla UACh, Proiettis insegna dal 1993. Specializzato in antropologia con un master su passato e presente dei maya, la loro storia e religione. Proiettis ha insegnato Storia della religione, Stato e società. tecniche linguistiche ed etnografiche, come anche corsi intensivi di inglese per promotori turistici di lingua tzotzil.
I suoi alunni, che in maggioranza provengono soprattutto da comunità emarginate del Chiapas e hanno accumulato gravi deficit educativi, gli volevano bene ed una di loro ha scritto a sua moglie:
Professoressa Maribel, mi unisco alla voce di tutti i miei compagni e compagne per l'ingiustizia perpetrata contro il nostro caro Gianni. Se in un dato momento c'è bisogno di voci e di cuori per manifestare, conti su di me. Mi metterò in contatto con altri compagni, Adriana.

Protesta delle donne nello Yemen

Il 16 aprile scorso, un migliaio di donne vestite di nero, hanno marciato fino alla Procura della capitale San'a dove hanno presentato una denuncia contro il presidente Ali Abdallah Saleh.
La motivazione?
Se non fosse perchè nel paese è in atto una pesante repressione, sarebbe quanto meno curioso!
A fronte dei numerosi cortei di giovani dimostranti che in tutte le città dello Yemen reclamano le dimissioni del presidente Ali Abdallah Saleh, questi ha pensato bene di vietare la "promiscuità nei cortei".
Le donne si sono subito mobilitate e hanno denunciato il ridicolo provvedimento del presidente.

Espulso il giornalista e professore universitario Giovanni Proiettis dal Messico

Riprendo la notizia dall' Unità on line e dal blog "Gualanka", la notizia dell'espulsione dal Messico di Giovanni Proiettis, giornalista e professore universitario, con modalità assurde che hanno una chiara connotazione di violazione dei diritti umani. Da sedici anni residente a San Cristobal de las Casas, nel Chiapas, la sua attività umanitaria è soprattutto a Venustiano Carranza, dove nel 2008 è stata costruita una "Casa degli Angeli", e probabilmente la sua espulsione è legata alle sue denuce sulla violazione dei diritti degli indios da parte della conpagnia mineraria canadese Blackfire Exploration Ltd.

Vera Vigevani Jarach, "Madre de Plaza de Mayo"

Vera Vigevani Jarach fa parte dell'associazione "Madri de Plaza di Mayo" e nel 1976 ha perso la figlia Franca in uno dei tanti "voli della morte" della dittatura militare in Argentina. Si stima che 30 mila giovani desaparecieron. La loro unica colpa era un fervido impegno per una società migliore. Franca era una di questi giovani: intelligente, studiosa e presenza attiva nelle assemblee di istituto del suo collegio nelle quali si discuteva semplicemente dei problemi dei giovani nella società di allora.
La cosa più terribile in quegli anni, era il silenzio e l'indifferenza calate sull'Argentina. Silenzio dei Governi, delle Ambasciate, della stampa. Stava accadendo qualcosa di terribile, ma nessuno ne parlava. Oggi per fortuna in Argentina e anche in altri Paesi come l'Italia, si stanno facendo processi ai carnefici di allora. Ed è giustizia che le "Madri" rivendicano ogni 24 Marzo a Buenos Aires, con una sfilata che anno dopo anno coinvolge un numero crescente di giovani, come lo erano allora i loro figli.
Legalità quindi e non impunità. E' obbligo di ogni buon cittadino rispettare la Legge, ma un buon cittadino ha anche il diritto di disobbedire a leggi ingiuste che calpestano i diritti umani. Ha ricordato l'esempio dei ragazzi di Villa Emma di Nonantola, un'intero paese che coraggiosamente ha disobbedito a leggi ingiuste e terribili. Vera Vigevani Jarach ha portato la sua dolorosa testimonianza ai ragazzi delle scuole con un messaggio molto importante: le nostre vite hanno uno scopo quando ci si impegna per gli altri, la solidarietà deve essere parte fondamentale dell'esistenza di ogni persona.
Il Comune di San Giovanni in Persiceto ha dedicato uno dei due "Alberi della legalità" proprio a Franca Jarach, mentre l'altro alberto è dedicato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che hanno dato la vita per la giustizia e la legalità. L'inaugurazione in Piazza Carducci si è svolta sabato 16 Aprile.

A teatro con i "Commedianti della Pieve"

Venerdì 15 e sabato 16 Aprile, I "Commedianti della Pieve" recitereranno al Teatro Comunale "G.Borgatti" di Cento (Fe) l'indedita commedia dialettale "Trei zideli e l'anvoud bel" (Tre zitelle e il nipote bello).
E' la nuova commedia scritta da Nedda Alberghini Po, che ne cura anche la regia.
Il ricavato delle due serate andrà interamente devoluto alle "Case degli Angeli".
L'occasione è duplice: godere di una bella serata a teatro con una commedia divertente e aiutare le attività umanitarie delle "Case di Daniele".

Assemblea annuale dei soci

Domenica 10 Aprile 2011 si è tenuta l'annuale assemblea dei soci del "Le Case degli Angeli di Daniele" per la rendicontazione del 2010 e previsione degli investimenti e delle attività per l'anno 2011. Nel corso di quest'anno si porterà a compimento la piscina per bambini cerebrolesi della "Casa de los Angeles" di Quito, Ecuador, gestita dalla Fundacion con Cristo di padre Ramiro. I benefici che hanno i bambini con forti handicap al contatto con l'acqua sono incredibili. Ad Arequipa, Perù, si finanzierà la costruzione di un'ala della Escuela de la Vida y de la Paz, scuola unica nel suo genere dove gli insegnamenti sono mirati principalmente allo sviluppo della creatività dei bambini. La Escuela è stata fondata da una personalità prorompente come Huarache Mamani, sciamano e scrittore, che pone al centro dell'educazione dei bambini la cultura della pace, l'uguaglianza e il rispetto per la Madre Terra. Quest'anno poi partirà un progetto importantissimo di adozione a distanza dei bimbi cerebrolesi di Quito: con solamente 500 euro annuali, si gantirà ad un bambino ospite dell "Casa de los Angeles" di Quito, l'assistenza terapeutica e il mantenimento nella struttura. L'iniziativa nasce dalla stretta collaborazione fra Nedda e Fortunato, e Padre Ramiro della Fundacion con Cristo.

5 x mille

E' tempo di dichiarazioni dei redditi e anche noi abbiamo iniziato la campagna per il 5 x mille.
Chi volesse sostenere le attività delle "Case degli Angeli", il nostro codice fiscale da riportare nell' apposito spazio del Mod. 730/2011 o dell'Unico 2011, è 912930037 .
Grazie e tutti coloro che in questi anni ci hanno sostenuto e che continuano ancora a farlo.