A Tuzla in Bosnia, Venerdì 11 Giugno 2010 ore 9,30 è stata inaugurata un’altra Casa degli Angeli di Daniele, la quindicesima nel mondo, la prima in Europa.
La Casa è stata donata all’Associazione “Le Donne di Srebrenica” per diventare Centro di Documentazione e di Accoglienza. Presenti alla cerimonia il sindaco di Tuzla Sig. Jasminu Imamovicu, i rappresentanti di molte associazioni, la stampa e la televisione. Riportiamo uno stralcio del discorso inaugurale della Presidente dell’Associazione Onlus”Le Case degli Angeli di Daniele” Nedda Alberghini Po:
“…Che abbiamo voluto donare alle donne dell’associazione “Zene Srebrenice” a riconoscimento per l’importante lavoro che stanno svolgendo come custodi della memoria di un genocidio che non dovrà mai essere dimenticato affinché non succeda mai più in nessun angolo della terra.
Permettetemi di ricordare qui, oggi, il mio primo incontro con la presidente Hajra e le altre donne di “Zene Srebrenice”.
Venni a Tuzla nell’Aprile 2008 per partecipare alla Protesta e assistetti a una cerimonia di sepoltura collettiva delle vittime del massacro avvenuto nel 1992 a Bratunac. Non potrò mai dimenticare quel giorno, non potrò dimenticare quella madre che, estraniata dalle migliaia di persone che affollavano il campo, per tre ore senza mai alzare gli occhi, continuò ad accarezzare una bara, probabilmente quella del figlio. Quel dolore silenzioso e straziante sembrava racchiudere in sé tutto il dolore del mondo, il dolore di tutte le madri, sorelle e figlie, di tutte le case rimaste prive di uomini per il folle progetto di qualcuno che voleva fare scomparire un’etnia tagliandone le radici.
Ma le radici non sono scomparse e su quelle radici le donne intendono ricostruire la nuova società civile della Bosnia ed Erzegovina. Tutto il mondo chiede a questo paese di ripristinare la convivenza pacifica interetnica, interculturale, interreligiosa che l’ha sempre caratterizzato.
Ma non è facile ricostruire le coscienze e non ci può essere riconciliazione degli animi se prima non si chiudono i conti con il passato. Ed è proprio questo che stanno facendo le donne di “Zene Srebrenice” come pure di altre associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani e della pace.
Quando ritornai a casa da quel viaggio, ripensai spesso alle due stanzette coi muri completamente tappezzate di foto degli scomparsi e ripensai a quel mattino della Protesta quando cominciarono ad arrivare da ogni parte le donne e qualche anziano signore: sostavano nel cortile perché lo spazio era troppo piccolo e loro erano in tanti. E sono sempre state tante donne: ogni giorno 11, di ogni mese di ogni anno. Silenziose, pazienti, determinate.
“Fino all’ultimo respiro” dice Hajra. Eccole le donne di Srebrenica!
Le invitai in Ottobre a Bologna per ricevere il Premio Internazionale Daniele-Case degli Angeli che ogni anno siamo lieti ed onorati di assegnare a personaggi di alto profilo umano e morale impegnati nella difesa dei diritti umani e della pace.
Queste donne lo meritavano.
E poi ci fecero la richiesta della nuova casa, più grande e adatta al bisogno.
…E finalmente eccola: è questa che oggi siamo qui a inaugurare; non è grandissima ma sufficiente per lo scopo che ha: ospitare tutto il patrimonio di documenti che le donne stanno raccogliendo e soprattutto offrire accoglienza a quelle che, alla chiamata del Centro di identificazione, vengono a Tuzla per riconoscere i loro familiari o quel che ne resta e dar loro finalmente una degna sepoltura.
Non una casa come tante,dunque, ma una casa molto speciale che viene inaugurata, non casualmente, alla presenza di una Delegazione Istituzionale di alcuni Comuni della Regione Emilia-Romagna.
La Delegazione porta il saluto delle nostre città, alla città di Tuzla, incontrandone il Primo Cittadino, il Sig Jasminu Imamovicu, e con la sua presenza qui vuole testimoniare l’apprezzamento per l’impegno di queste donne ma anche dell’intera comunità di Tuzla che ha costanti ed amichevoli rapporti con l’Italia e si distingue per la sua attiva operosità nella ricostruzione di un paese desideroso di consegnare alle future generazioni il patrimonio di ideali di giustizia umana e di pace che sono o dovrebbero essere patrimonio di tutti.
Ancora grazie per questa splendida accoglienza con l’augurio che questa Casa di Daniele che è la Casa delle Donne di Srebrenica, divenga simbolicamente la casa dell’amore che vince sull’odio.”
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