AREQUIPA
Il 24 gennaio siamo in volo per Arequipa:

con grandi emozioni sorvoliamo cime innevate e vulcani, uno in particolare ci colpisce per il colore nero e l'enorme cratere spento, è il Misti - 5.800 metri, simbolo della città, imponente ed un po' inquietante con il suo cono quasi perfetto.
Poco lontano il Pichu Pichu, anche questo spento, mentre il Chacani 6.975 mt e' piu' che mai attivo e pericoloso, quasi ogni giorno provoca impercettibili scosse ma l'ultimo terremoto nel 2001 fece crollare una delle torri della cattedrale.
La città è ad altissimo rischio sismico e di blocchi di pietra vulcanica di color chiaro (il sillar) sono fatte le sue case. Città coloniale tipicamente spagnola, detta la città bianca del sud, ci regala un clima dolcissimo che ci scalda dentro e fuori.
Ad Arequipa trascorriamo due giorni bellissimi, facendo, fra le tante altre, due fantastiche scoperte di cui vi voglio parlare.
Al Museo Santuatio Andino sappiamo che non troveremo la mumia Juanita perchè temporaneamente in restauro ma conosceremo a fondo la sua storia.

Già a Cusco avevamo sentito parlare dei sacrifici umani degli Incas ma qui apprendiamo meglio il significato della Capaccocha, il rituale per placare gli dei delle montagne, da sempre adorati dalle popolazioni andine, che regolarmente facevano omaggi di foglie di coca cica e bamboline sepolte nella terra ecc. I rappresentanti dell'impero incaico organizzavano anche rituali straordinari per implorare la calma delle forze della natura, eruzioni, terremoti e grandi periodi di siccità. Durante questi sacrifici, bambini belli e giovani e vergini venivano offerti in nome del popolo di appartenenza per accattivarsi gli Dei.
Vari sono i santuari scoperti nei coni dei vulcani spenti nel sud del Perù.
Il vulcano Ampato 6.380 mt conservò nel suo seno per oltre 550 anni, una bella bambina appunto Juanita, di 12-13 anni, restituitaci da un fortunato ritrovamento in perfette condizioni: una mummia al mondo con tutti gli organi interni conservati dal ghiaccio e che sta aprendo nuovi orizzonti alla conoscenza scientifica.
Prescelta per essere immolata e portata a Cusco per essere divinizzata dall'imperatore, accompagnata al luogo del sacrificio con una solenne processione iniziata con l'uccisione rituale di 150 lama, appena giunta sulla cima del vulcano Ampato, fu uccisa (dopo essere stata drogata) con un colpo sicuro del sacerdote sulla fronte.
Di lei, con emozione profonda abbiamo visto la veste, i sandali ed il cordone ombelicale essiccato che, secondo l'usanza gli indios portavano con sè per mangiarne un pezzetto nei momenti di malattia.
Continueremo in futuro a scrivere dell'altra scoperta, Il Monastero di Santa Catalina.

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