Diversi quotidiani riportano la dichiarazione choc di un chirurgo inglese, David Nott, al Times, volontario in Siria, dove i cecchini di Bashar Assad ogni giorno scelgono determinate parti del corpo da colpire sulle vittime.
Fra le parti del corpo, almeno una volta a settimana c'erano i ventri delle donne incinta. Obiettivo colpire i feti e compromettere la funzione riproduttiva delle giovani donne.
La Siria è un orrore senza fine che va fermato.
Con Denise Cosco al funerale della sua mamma
Il 19 ottobre eravamo idealmente vicine a Denise Cosco. Quel giorno si sono tenuti a Milano i funerali della sua coraggiosa mamma, Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia.
Quest'anno, con il premio Internazionale "Daniele Po" abbiamo voluto premiare Denise Cosco per quel coraggio che ha ereditato dalla madre, come ha ricordato durante il funerale dalla località segreta dove deve nascondersi: "Per me è un giorno triste, ma la forza me l'hai data tu se è successo tutto questo è lo per il mio bene e non smetterò mai di ringraziarti. Grazie mamma"
Grazie all'associazione Libera, le vittime di mafia non sono sole e sarà una forza destinata ad aumentare.
A Milano c'erano anche i rappresentanti della Associazione Libera di Cento.
Quest'anno, con il premio Internazionale "Daniele Po" abbiamo voluto premiare Denise Cosco per quel coraggio che ha ereditato dalla madre, come ha ricordato durante il funerale dalla località segreta dove deve nascondersi: "Per me è un giorno triste, ma la forza me l'hai data tu se è successo tutto questo è lo per il mio bene e non smetterò mai di ringraziarti. Grazie mamma"
Grazie all'associazione Libera, le vittime di mafia non sono sole e sarà una forza destinata ad aumentare.
A Milano c'erano anche i rappresentanti della Associazione Libera di Cento.
Lampedusa: intervento di Sonia Alfano al Parlamento Europeo
Sonia Alfano, Presidente della Commissione Antimafia Europea ha inviato il suo messaggio alla premiazione in Cappella Farnese.
Vedi qui il contenuto della lettera.
Vedi qui il contenuto della lettera.
Premio Internazionale "Daniele Po" 2013
Il 5 ottobre scorso presso Cappella Farnese, Palazzo d'Accursio, Bologna, si è svolta la settima Edizione del Premio Internazionale "Daniele Po" alle "Donne che resistono alle mafie".
Ha condotto con estrema professionalità e passione Lisa Bellocchi, giornalista di Rai3 e docente universitaria.
Numerose le autorità presenti:
Simonetta Saliera, Vice Presidente Regione Emilia Romagna;
Anna Pariani, Consigliera Assemblea Legislativa Emilia Romagna;
Nadia Monti, Assessora Affari Istituzionali, Commercio e Legalità Comune di Bologna;
Simona Lembi, Presidente del Consiglio Comunale di Bologna;
Raffaele Finelli, Consigliere della Provincia di Bologna;
Vincenzo Stingone, Questore di Bologna;
Generale di Brigata Antonio Paparella, Comandante della Legione Carabinieri di Bologna;
Colonnello Antonio Iannece, Comandante Provinciale Carabinieri;
Giancarlo di Ruggero, Sostituto Procuratore della Repubblica;
Enrico Ceri, Pubblico Ministero in rappresentanza della Direzione Antimafia;
Angelo Sidotti, Capo Gabinetto Prefettura di Bologna;
Pietro Morelli, Dirigente Squadra Mobile di Bologna
Per vedere lo streaming della manifestazione clicca qui.
Qui sotto gli interventi delle autorità a partire dalla Assesora agli Affari Istituzionali del Comune di Bologna Nadia Monti.
Video streaming by Ustream
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Lampedusa: strage di migranti
Giuseppina Nicolini è una delle Sindache premiate dall'Associazione le Case di Daniele, ma in queste ore sta affrontando una emergenza terribile, una strage di poveri migranti fra i quali due donne incinte e bambini. Annegati a pochi chilometri dalla spiaggia dei Conigli.
La Sindaca in lacrime sul molo dove sono allineati i cadaveri avrebbe detto "È un orrore infinito. Ora basta, cosa dobbiamo ancora aspettare dopo questo?".
Già nel novembre del 2012, la Sindaca scriveva questa dura e toccante lettera alle autorità perchè ad arginare la tratta di esseri umani c'è solitario lo "scoglio" di Lampedusa:
"Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola? Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce. Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra. Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore. In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche. Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza. Giusi Nicolini"
La Sindaca in lacrime sul molo dove sono allineati i cadaveri avrebbe detto "È un orrore infinito. Ora basta, cosa dobbiamo ancora aspettare dopo questo?".
Già nel novembre del 2012, la Sindaca scriveva questa dura e toccante lettera alle autorità perchè ad arginare la tratta di esseri umani c'è solitario lo "scoglio" di Lampedusa:
"Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola? Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce. Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra. Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore. In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche. Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umane a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza. Giusi Nicolini"
Donne che resistono alle mafie
Giovedì 3 ottobre alle ore 21 a Pieve di Cento, in sala Dafni Carletti, Corte Battistelli, i ragazzi del Consiglio Comunale di Pieve di Cento e Castello d'Argile incontrano e intervisteranno Maria Carmela Lanzetta, già Sindaca di Monasterace RC, ed Elisabetta Tripodi, Sindaca di Rosarno RC.
Venerdì 4 ottobre alle ore 20, a Cento si terrà la prima fiaccolata della legalità. Partenza dal giardino del Gigante per arrivare al cinema Don Zucchini dove alle 21 ci sarà la conferenza con le sindache.
Le iniziative sono svolte in collaborazione con Libera del Centopievese.
Venerdì 4 ottobre alle ore 20, a Cento si terrà la prima fiaccolata della legalità. Partenza dal giardino del Gigante per arrivare al cinema Don Zucchini dove alle 21 ci sarà la conferenza con le sindache.
Le iniziative sono svolte in collaborazione con Libera del Centopievese.
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